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Cronaca

Tira un calcio in pancia alla compagna incinta al nono mese: "Morirai presto"

La donna non aveva mai voluto denunciare l'accaduto. Dopo la fine della relazione aveva sfondato la porta a calci per poter entrare

Un calcio in piena pancia mentre era incinta e aspettava una bambina, al nono mese di gravidanza. E quel raptus di violenza durante una banale lite in casa probabilmente non era stato l'unico. Ma la donna non aveva mai raccontato nulla e mai aveva voluto denunciare quanto era costretta a subire tra le mura di casa. Quella volta aveva deciso di andare in ospedale, per accertarsi che la bambina che portava in grembo stesse bene e dopo quel giorno - in seguito all'attivazione di una segnalazione in codice rosso -, la donna era stata invitata dai carabinieri a sporgere denuncia ma non lo aveva mai voluto fare. Anche se in quella casa in Brianza le forze dell'ordine erano già intervenute diverse volte. 

La relazione tra i due - lei 42enne e lui di qualche anno più giovane - era iniziata poco tempo prima ma molto presto la donna si era accorta dei comportamenti anomali del compagno che, "a causa della smodata assunzione di bevande alcoliche, talvolta associata anche a stupefacenti", spiegano dal comando dell'arma dei carabinieri, più volte aveva avuto comportamenti violenti tanto da costringere la donna a chiedere aiuto. Dopo la nascita della piccola la situazione sembrava essere tornata alla normalità: per qualche mese i due si erano riappacificati e l’uomo aveva fatto credere alla donna che fosse cambiato. Ma a dicembre poi, a causa dell'alcol, il compagno era tornato a perdere il controllo e alla fine la donna aveva deciso di troncare la relazione e allontanarlo da casa. E da quel giorno aveva iniziato a perseguitarla.

Per riuscire a rientrare in quella casa da cui era stato allontanato, aveva forzato le tapparelle della finestra e un altro giorno, in un parcheggio di un supermercato dove la donna aveva accettato di incontrarlo per fargli vedere la figlia, si era presentato ubriaco e l’aveva aggradita prendendola per i capelli e mettendole le mani al collo. L’altra sera poi l’uomo si è presentato a casa della donna ubriaco e dopo che lei si era rifiutata di farlo entrare, dopo aver citofonato diverse volte, ha sfondato la porta a calci. A chiedere aiuto ai carabinieri è stata la stessa 42enne che al momento dell'arrivo dei militari era all'interno dell'appartamento, in lacrime, con il telefono ancora in mano con la chiamata ancora aperta con la centrale operativa mentre l'uomo era impegnato a strattonarla.

Per il 36enne è scattato l'arresto per maltrattamenti contro familiari aggravati, minacce e percosse. Durante le fasi dell’arresto l’uomo, in completo delirio, avrebbe dichiarato di "meritare rispetto poiché sarebbe stato un parà della Folgore". Ora si trova in carcere a Monza.

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