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Cronaca Rozzano

Pestaggi, sequestri e minacce: l'estorsione tra soccorritori delle ambulanze

Quattro persone fermate dai carabinieri per una tentata estorsione. Tutto è nato da un prestito tra colleghi

L'ultima volta, quando lui aveva già raccontato tutto alle forze dell'ordine, non si erano fatti particolari problemi a seguirlo fin davanti alla caserma. Anche lì, a due passi dai carabinieri, lo avevano minacciato e gli avevano chiesto per l'ennesima volta la stessa cosa: i soldi. E all'alba di martedì sono stati proprio i carabinieri a fermarli, con le accuse - pesantissime - di tentata estorsione aggravata, sequestro di persona e rapina. 

In manette sono finiti una 48enne italiana, dipendente della Croce rosa dell'Humanitas di Rozzano, suo marito - un 37enne cittadino egiziano -, il cugino dell'uomo - un connazionale 38enne - e un loro amico, un 36enne egiziano. I quattro, stando a quanto ricostruito dai militari della compagnia di Corsico, avrebbero cercato di estorcere 40mila euro a un 47enne italiano, anche lui dipendente dell'associazione di assistenza che presta servizio nella struttura sanitaria milanese. 

A marzo scorso, secondo l'inchiesta poi sfociata in un fermo di indiziato di delitto firmato dalla procura, l'uomo avrebbe chiesto alla sua collega 16mila euro in prestito per acquistare dei Rolex. Quei soldi, però, non sarebbero stati mai restituiti - pare perché l'affare è finito male - e ad aprile sarebbero iniziate le prime minacce, via Whatsapp. A luglio la donna, il marito e il cugino sarebbero invece passati alle vie di fatto, raggiungendo il 47enne nel parcheggio dell'Humanitas per poi costringerlo a seguirli in un distributore di benzina dove lo avrebbero pestato a sangue. Il 4 settembre il copione si sarebbe ripetuto praticamente identico, per chiarire che "sei non ci dai i soldi, ti ammazziamo". L'11 settembre il blitz più violento. Il dipendente della Croce rosa avrebbe incontrato i tre sempre fuori dal parcheggio, con il gruppo che sarebbe salito a bordo della sua macchina, obbligandolo a guidare fino a casa della coppia, che vive a Rozzano. 

Una volta lì, anche con la complicità del 36enne, lo avrebbero preso in staggio, minacciato con un pugnale e un martello - "Ti spezziamo le ginocchia" -, gli avrebbero portato via il cellulare e gli avrebbero fatto firmare un documento in cui si impegnava a restituire 40mila euro nel giro di due mesi. Poco più di una settimana dopo, ormai esausto e terrorizzato, il 47enne ha presentato denuncia ai carabinieri, ma il suo incubo non era ancora finito. Perché il 23 settembre, sempre all'uscita dal lavoro, aveva trovato ancora il marito della collega che lo aveva poi seguito in auto fino alla caserma di Lacchiarella, dove l'uomo era arrivato seguendo i consigli di un carabiniere al telefono. Messi insieme tutti gli elementi, soprattutto per evitare nuovi raid violenti, martedì mattina per i quattro sono scattate le manette. 

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