rotate-mobile
Il caso

L'imprenditore russo arrestato a Milano: "Estradatemi in Russia, non negli Stati Uniti"

La richiesta dell'imprenditore Artem Uss, accusato di contrabbando di tecnologia militare da un tribunale di Brooklyn

L'imprenditore russo Artem Uss, 41enne figlio del governatore di Krasnoyask Aleksandr, fermato il 17 ottobre 2022 all'aeroporto di Malpensa, ha chiesto di essere estradato in Russia e non negli Stati Uniti, come da richiesta pervenuta allo Stato italiano: l'uomo lo ha detto durante l'udienza di lunedì in Corte d'Appello. Uss è implicato in un grosso contrabbando di tecnologie militari dagli Stati Uniti alla Russia, attraverso complici e una società di comodo, e parallelamente in contrabbando di petrolio dal Venezuela alla Cina e alal Russia, ed è stato arrestato su mandato dei giudici della corte federale di Brooklyn.

Il "diversivo" dalla Russia

Immediatamente dopo il fermo, dalla Russia erano arrivati commenti durissimi in difesa di Uss. Si era spesa addirittura Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri, scagliandosi contro le forze di sicurezza statunitensi che "non faranno altro che espandere la loro caccia ai cittadini russi" e paragonando l'arresto di Uss a "prendere ostaggi per far avanzare i loro obiettivi politici", cercando di "intimidire gli ambienti del business in Russia e all'estero". Per questo, quando poi da un tribunale di Mosca era arrivata una richiesta di estradizione per Uss per un'indagine sul "riciclaggio di un'ingente quantità di fondi", quasi tutti hanno pensato che fosse un diversivo per "riprendersi" Uss e non lasciarlo in mano agli Stati Uniti. Guarda caso, l'interessato lunedì ha chiesto di essere estradato in Russia.

Secondo i difensori dell'imprenditore (il presidente dell'ordine degli avvocati di Milano, Vinicio Nardo, e Fabio De Matteis), Uss servirebbe agli Stati Uniti per uno scambio di prigionieri. I due legali si sono opposti all'estradizione affermando anche che, negli Stati Uniti, le condizioni detentive non sono buone e l'imprenditore, in quel Paese, potrebbe subire un "trattamento discriminatorio", ma il sostituto procuratore generale Giulio Benedetti ha ribattuto che, da tempo, non si rifiutano consegne agli Stati Uniti per trattamenti discriminatori, e che il tema dei diritti umani nelle carceri s'addice semmai più alla Russia che agli Stati Uniti. La richiesta della procura generale è di accogliere l'estradizione verso gli Stati Uniti per tutti i reati eccetto la presunta associazione criminale finalizzata a violare l'embargo, un tipo di reato che non c'è nel nostro ordinamento.

Tecnologia e petrolio

Secondo gli investigatori statunitensi, Uss e gli altri indagati avevano orchestrato uno schema per ottenere illegalmente tecnologia militare statunitense e petrolio venezuelano attraverso numerose transazioni con società di comodo e criptovalute. La tecnologia militare americana era diretta a un complesso industriale militare della Federazione Russa. Lo schema era stato architettato per eludere sanzioni e controlli, ma gli investigatori dell'Fbi e del Dipartimento del commercio degli Stati Uniti lo hanno intercettato. "Continueremo a far rispettare i controlli sulle esportazioni implementati in risposta alla guerra illegale della Russia contro l'Ucraina", aveva dichiarato un agente speciale del Dipartimento del commercio, riportato dal Dipartimento di Giustizia degli Usa.

Uss figurava come socio dell'altro arrestato (in Germania), Yuri Orekhov, 42 anni, residente a Dubai, nella Nord-Deutsche Industrieanlagenbau GmbH, una società privata di attrezzature e commercio di materie prime di Amburgo. La società veniva utilizzata come copertura per l'acquisto di tecnologie militari sensibili da produttori statunitensi, tra cui semiconduttori avanzati e microprocessori utilizzati in aerei da combattimento, sistemi missilistici, munizioni intelligenti e altro. I prodotti venivano spediti a società russe, tra cui quelle sotto sanzioni controllate da altri indagati (Timofei Telegin e Sergey Tulyakov) fornitrici della difesa russa. Alcuni componenti elettronici sono stati trovati in armi russe sequestrate sul campo di battaglia in Ucraina.

L'azienda tedesca veniva utilizzata anche come copertura per contrabbandare centinaia di milioni di barili di petrolio dal Venezuela, diretti ad acquirenti russi e cinesi, comprese una società russa dell'alluminio controllata da un oligarca sanzionato e la più grande azienda di raffinazione del petrolio del mondo, con sede a Pechino, con la complicità dei due cittadini venezuelani coinvolti nell'inchiesta. Tra le curiosità, le navi petroliere che trasportavano il greggio disattivavano i sistemi Gps per nascondere l'origine venezuelana del prodotto.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'imprenditore russo arrestato a Milano: "Estradatemi in Russia, non negli Stati Uniti"

MilanoToday è in caricamento