rotate-mobile
Cronaca Affori / Via Brusuglio

Sequestrata la marijuana del social club di Milano: "È disobbedienza civile"

Sequestro al the Hemp club di Milano. La difesa del titolare

Disobbedienza civile, per loro. Un reato in piena regola, per la polizia. Il "The hemp club" di Milano, il primo social club della città meneghina, è finito nel mirino della giustizia. Stando a quanto appreso da MilanoToday, sabato scorso gli agenti del commissariato Comasina hanno infatti effettuato un importante sequestro all'interno della struttura, che si trova in via Brusuglio e che è stata aperta a ottobre del 2020 con lo scopo - dichiarato - di coltivare marijuana a scopi terapeutici. 

Sulla scia di quanto accade in Spagna, due anni fa l'associazione era nata per fornire a chiunque ne avesse bisogno - presentando una ricetta medica - cananbis per le cure, da consumare direttamente nel centro. Lo stesso centro da cui nel weekend gli agenti hanno portato via due serre, 34 piante di marijuana, oltre 3 chili di olio di estrazione di canapa e quasi 500 grammi di marijuana già pronta. Il presidente del "The hemp", che è dedicato allo storico Radicale Marco Pannella, risulta indagato per spaccio ma è lui stesso a difendere l'opera di quello che viene definito "primo e unico cannabis social club di Milano".

“Siamo impegnati da anni nel facilitare l’accesso a questa sostanza, che per molti medici rimane un tabù, organizzando visite specialistiche e consentendo ai pazienti di consumare nei nostri locali”, ha chiarito Raffaello D’Ambrosio, numero uno dell'associazione. "Non abbiamo particolari problemi di vicinato ma stiamo cercando di promuovere la nostra attività politica, e di resistenza civile, in tutte le sedi possibili. Eravamo anche agli Stati Generali della cannabis a Milano per spiegare la nostra attività e chissà che qualcuno non abbia pensato di segnalarci alle forze dell’ordine", ha ipotizzato. 

Nel The Hemp Club, strutturato secondo un modello 'spagnolo' di consumo, ognuna delle piante è associata a un padrone, che è un paziente firmatario di un modulo di disobbedienza civile e che è l’unico a poter beneficiare dei fiori prodotti dalla medesima pianta. “Lo Stato non può perseguire chi colma dei vuoti per le sue mancanze, in special modo su materie come sanità e diritti del malato", ha recriminato D'Ambrosio, che è seguito dal legale Filippo Maria Molinari, che difende il "The hemp" dal giorno della nascita. 

A oggi l’associazione organizza un centinaio di visite mediche mensili con il rilascio di altrettante prescrizioni per cannabis: una media di 15 grammi per ricetta, per un quantitativo complessivo che supera abbondantemente il chilogrammo. "Interveniamo laddove ai pazienti viene precluso un diritto, sia che si tratti di pazienti che dovrebbero vedersi riconosciuta una terapia gratuita ma non la ottengono per il rifiuto dei medici, sia in quei casi dove i consumatori, pur non rientrando nelle categorie stabilite dalla legge, hanno un effettivo bisogno di cannabis", ha spiegato il presidente. 

Da "The hemp" si sono detti "fiduciosi nelle capacità di comprendere l’atto non ancora consentito dalla legge ma necessario per i pazienti" e hanno assicurato di essere "a disposizione e delle autorità competenti, in vista di un possibile procedimento penale che coinvolge non solo l’associazione milanese, ma una rete di associazioni e attivisti, pronti a essere sottoposti a processo per evidenziare l’incongruenza delle leggi dello stato con la costituzione Italiane che, all’articolo 32, prevede l’obbligo da parte dello stato a garantire le cure ai propri cittadini e permette l’auto determinazione della stessa, in funzione delle dichiarazioni da parte dell’organizzazione mondiale della sanità, accolte e promosse anche in sede delle Nazioni Unite".


"L’azione di disobbedienza civile è frutto di ampi studi delle vigenti leggi e ha l’ambizione di poter creare un precedente che consenta ai pazienti di coltivarsi la propria terapia, senza dover gravare con i costi sullo stato, evitando di alimentare attività criminali e - hanno concluso dall'associazione - poter cominciare un percorso che porti alla determinazione della tipologia di cannabis che possa migliorare le condizioni di vita del paziente".


Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sequestrata la marijuana del social club di Milano: "È disobbedienza civile"

MilanoToday è in caricamento