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Economia

Perché la Lombardia festeggia lo stop al riso del Myanmar

Lo spiega la Regione: "In Lombardia produciamo 620.000 tonnellate di riso all’anno"

“È solo il primo passo, ma rappresenta una decisione importante anche per la Lombardia che produce il 40% del riso italiano”. Numeri alla mano, l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Fabio Rolfi, saluta positivamente la decisione dell’Unione europea di varare misure restrittive sull’importazione di riso dal Myanmar.

Del resto parliamo di una produzione importante per la regione. Attualmente in Lombardia ci sono 94.000 ettari di terreno coltivati a riso con la provincia di Pavia che la fa da padrona con 78.248 ettari pari all’83% di tutta la regione. Seguono Milano con 12.847 ettari (13,6%), Lodi con 2.086 ettari (2,2%) e Mantova con 1.127 ettari (1,2%).

“Le importazioni di riso Japonica dal Myanmar in Italia – sottolinea Rolfi – aumentano del 70% all’anno per effetto delle assurde agevolazioni concesse dall’Europa. In Lombardia produciamo 620.000 tonnellate di riso all’anno e la Regione continuerà a difendere in tutte le sedi i propri risicoltori”.

Stop al riso birmano, la Coldiretti esulta

Festeggia anche Coldiretti: “Finalmente l’Unione Europea (Ue) ha deciso di bloccare le esportazioni agevolate di riso dei militari golpisti della Birmania (Myanmar)”, rende noto con soddisfazione la Coldiretti nel commentare positivamente la decisione dell’Ue di sanzionare 10 individui e due entità economiche che appartengono all'esercito birmano tra le quali anche la Myanmar Economic Corporation (MEC), il conglomerato gestito dall’esercito birmano che domina il mercato di esportazione del riso mentre le esportazioni ufficiali di riso da parte di aziende private birmane sono quasi inesistenti.

Le importazioni di riso in Italia dalla Birmania hanno superato nel 2020 i 13 milioni di chili per effetto di un aumento del 68% grazie al sistema di preferenze generalizzato con l’Unione Europea di cui gode il Paese asiatico e che si concretizza nell’applicazione dell’accordo Eba (tutto tranne le armi) che consente – denuncia la Coldiretti – di esportare in Europa tutto senza dazi, tranne appunto le armi. L’aumento delle importazioni dalla Birmania – continua Coldiretti – è destinato inevitabilmente a sostenere i golpisti in divisa al centro dell’accusa di violazione dei diritti umani ma anche di “genocidio intenzionale” per i crimini commessi contro la minoranza musulmana dei Rohingya alla quale sono stati sottratti i terreni coltivati. Alla luce del colpo di Stato e della repressione di regime è quanto mai opportuno – afferma la Coldiretti – adottare misure restrittive come hanno fatto altri paesi per costringere il regime del Paese asiatico a sospendere la dura repressione in atto.

Con circa centomila ettari destinati a risaia – conclude la Coldiretti regionale – nasce in Lombardia più del 40% di riso italiano. I territori maggiormente vocati sono le province di Pavia e Milano, seguite da quelle di Lodi e Mantova.
 

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