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Non solo Expo "tradizionale": Milano candidata anche per l'Europride 2015

L'Arcigay Milano presenta la candidatura per ospitare l'Europride 2015: appuntamento molto importante per la comunità omosessuale e lesbica del Continente. Mori (Arcigay): "Da Milano la spinta decisiva per i diritti civili"

Non solo Expo "tradizionale". In occasione dell'Assemblea annuale di Epoa (Associazione europea di organizzatori di pride) - che si terrà a Marsiglia il prossimo 30 agosto -, il Cig Arcigay di Milano ha presentato la candidatura per ospitare l'Europride del 2015 a Milano.

A Milano negli ultimi 11 anni si sono svolti 9 Pride, di cui 2 nazionali e Milano, si legge in una nota dell'associazione, "ha una ricca tradizione di manifestazioni in ricordo dei moti di Stonewall che parte dalla fine degli anni ottanta".

Arcigay Milano crede nella possibilità che "Expo possa essere non solo una vetrina commerciale ed economica, ma anche una possibilità incredibile per coniugare le necessità di un'alimentazione sana, consapevole e responsabile con una vita serena e soddisfacente per tutte le persone: tutti sul pianeta dovrebbero avere accesso ad un'alimentazione sana, sicura e sufficiente con le esigenze di milioni di persone senza diritti: e tutti sul pianeta dovrebbero avere pieno accesso ad uguali diritti a prescindere dal loro orientamento sessuale e dalla loro identità di genere".

Gay Pride Milano 2011 - Foto di Federica Sciacca

Marco Mori, presidente del sodalizio, dichiara: "Il progetto è stato elaborato all'interno dell'associazione durante gli scorsi mesi mentre accelerava il dibattito sul registro delle unioni civili. Passiamo dal locale al globale perché ce lo chiede il nostro tempo. Da Milano può partire una spinta significativa a favore di quelle teorie che integrano le lotte per i diritti civili in una dimensione più articolata, profonda, collettiva e olistica".

"Il nostro obiettivo è quello di collaborare con tutte le realtà e istituzioni, tra cui il Comitato Expo, affinché proprio in questo perdurare di una crisi durissima si elaborino le strategie di superamento delle cause della crisi stessa. E' evidente la necessità di passare dalla società della produzione alla società del benessere dove non solo consumi e la ricchezza, ma anche distribuzione, indebitamento, attività fuori mercato, cultura e diritti siano gli indicatori della felicità. Le nostre economie, costruite sul mito del Pil, stanno crollando a causa della crisi economica. Non basta più mettere le pezze. Abbiamo bisogno di fondamenta più solide sulle quali costruire una vita migliore. In queste fondamenta ci sono i diritti civili".

 

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