Con Mancini l'Inter non cambia: ipotesi scambio Cerci-Icardi
Se lottare solo per il terzo posto lo demoralizza, figurarsi cosa significa per Roberto Mancini trovarsi al dodicesimo, più vicino alla zona che manda in serie B che a quella che vale l'Europa
L'Inter di Roberto Mancini ancora non decolla. Dopo un pareggio e due sconfitte il rebus ereditato da Mancio è ancora più complicato da risolvere. L'unica consolazione per la Milano nerazzurra è che quella rossonera naviga in acque poco meno agitate. In città il calcio non regala gioie da tempo e, anche alla luce dell'ultimo derby, nessuno tende a illudersi per il futuro a breve termine. Per dirla con Carlo Tavecchio, quelle di Inter e Milan in relazione alla corsa per il vertice e lo scudetto "in questo momento sono situazioni disperate, però il campionato è ancora lungo".
Il presidente nerazzurro Erick Thohir ha scelto un allenatore esperto e costoso come Mancini per tornare in Champions League, ma la strada è tutt'altro che segnata.
La qualità non abbonda nella rosa a disposizione dell'allenatore, e nemmeno la personalità visto come ha sofferto la squadra in casa nel secondo tempo contro l'Udinese. La difesa è un vero e proprio colabrodo, che subisce un gol e mezzo a partita (quanti ne segna l'attacco) e non trova stabilità nemmeno con il passaggio dal 3-5-2 al 4-3-1-2.
Non aiuta la confusione del centrocampo, nè è detto che possa risolvere molti problemi il mercato di gennaio. Mancini ha spiegato di voler fare il punto sui rinforzi alla fine del girone di andata. Da Lavezzi a Cerci, passando per Lucas Leiva, si fanno tanti nomi ma, con due allenatori a bilancio e i limiti del Financial Fair Play, difficilmente il club potrà fare grandi investimenti per provare a raddrizzare la classifica. Proprio Cerci appare il nome più concreto con uno scambio, con l'Atletico Madrid, che coinvolgerebbe anche Maurito Icardi. Un sacrificio, forse, necessario.