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In diecimila all'Arco per l'Ucraina. "Diamo spazi di libertà per chi cerca rifugio"

Il presidio all'Arco della Pace illuminato con la bandiera ucraina sabato pomeriggio

Diecimila persone hanno partecipato alla manifestazione indetta dal comune di Milano all'Arco della Pace, sabato pomeriggio, in sostegno all'Ucraina, con la cui bandiera gialla e blu era illuminato il monumento. Un presidio a cui hanno partecipato anche numerosi ucraini in città, dopo essere stati per tutto il pomeriggio in piazza del Duomo, portando dei fagottini che simboleggiano i 119 bambini vittime, finora, della guerra voluta dalla Russa. Una manifestazione fortemente voluta da Palazzo Marino e dai cittadini, che infatti hanno partecipato numerosi. 

C'è stato un momento di flash mob in cui tutti hanno issato cartoncini gialli e blu in modo da 'colorare' piazza Sempione con la bandiera ucraina. E in quanto alle bandiere, i promotori avevano chiesto di lasciare a casa quelle di partito. Il Pd ha esposto lo striscione della federazione metropolitana alla base dell'arco, lasciando però che si leggesse solo "Milano".

Prima che il tenore ucraino Vitaly Kovalchuk intonasse il Va' Pensiero di Verdi, inno dei popoli la cui patria è oppressa o in pericolo, spazio ad altra musica e ai discorsi, soprattutto del sindaco Beppe Sala. "Gli ideali e le profezie - ha detto il primo cittadino - sembrano poco concreti ma io dico che questo sogno di pace dev'essere concreto. Purtroppo, da venti giorni la Russia ha invaso l'Ucraina, e da più di vent'anni Putin ha invaso la Russia". 

Sala ha chiesto che non si trasformi l'avversione alla guerra della Russia in avversione ai russi, ricordando che le formazioni partigiane non dicevano mai "attacchiamo i tedeschi", e poi ha aggiunto che "nei cuori di ciascuno non può esserci il desiderio di conquistare e avvilire altre persone", parlando di un "ultimo sussulto sbagliato di un modo vecchio di guardare al mondo", mentre "l'umanità non può tollerare un continuo confronto competitivo".

"In Europa intendiamo cooperare, non competere"

Il sindaco ha poi ricordato la battaglia contro il covid: "La pandemia ha mostrato che la cooperazione, non la competizione, è la chiave per affrontare i problemi mondiali. Ora, almeno in questo enorme continente, intendiamo non competere ma cooperare". In quanto a Milano, "il suo Dna è di una città che accoglie, da sempre. Spesso si è detto che è la città più europea del nostro paese. Allora l'Europa deve osservare quello che fa Milano: deve disporsi ad accogliere". Già, perché si stima che in Italia arriverà circa mezzo milione di persone. "Accoglierli vuol dire dare un tetto, cure mediche, vaccinazioni, scuola, lavoro. Dante diceva che l'Italia è 'di dolore ostello'. Milano e l'Italia siano così, 'di dolore ostello' per chi cerca rifugio da qualcosa di così doloroso. Tutti noi costruiamo lo spazio per il diritto a essere liberi e trattati con giustizia e, ora, per gli ucraini questo significa essere accolti da tutta Europa".

Foto Melley/MT

Manifestazione Ucraina Arco Pace Melley MilanoToday-2

"Bella ciao inno della resistenza anche ucraina"

Sono circa un milione e mezzo i bambini ucraini che si stanno spostando verso l'Europa. "La nostra civiltà - ha detto Sala - si misura da quanto si permette ai bambini di crescere nella libertà". Il sindaco ha poi citato un verso di 'Bella ciao', 'e le genti che passeranno ti diranno che bel fior': "'Bella ciao' è cantata ovunque le persone resistono in nome della libertà e ora la versione ucraina è diventata l'inno della loro resistenza. E' la cartina di tornasole dei valori che professiamo. Chi verrà dopo giudicherà la bellezza di ciò che abbiamo fatto e siamo stati. Vinciamo consegnando un pianeta con fiori di pace, uguaglianza e giustizia a chi viene dopo".

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