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Il comune di Milano offrirà fino a 200 posti ai profughi dall'Ucraina. E la regione 'chiama' gli alberghi

Il comune mette subito a disposizione i dormitori di viale Ortles e via Aldini. Dalla regione la manifestazione d'interesse rivolta alle strutture alberghiere

L'accoglienza dei profughi ucraini a Milano, per coloro che non possono contare su amici, familiari o altre forme di assistenza, si fonderà su strutture messe a disposizione dal comune di Milano, fino a duecento posti. Lo prevede l'accordo che verrà sottoscritto con la prefettura e del quale la giunta meneghina, in seduta straordinaria, martedì 15 marzo ha approvato le linee guida.

I primi luoghi individuati sono lo storico dormitorio comunale di viale Ortles, intitolato a Enzo Jannacci, dove da due settimane è pronto un padiglione da 68 posti, e la struttura di via Aldini da tempo dedicata all'emergenza abitativa e all'accoglienza dei senza dimora. Se sarà necessario, Palazzo Marino valuterà di dedicare anche altri immobili, impegnandosi a trovare fino a duecento posti per gli ucraini. 

Il comune di Milano si impegna poi a dare supporto all'accoglienza con azioni socio-educative per le famiglie, destinando per il momento 900 mila euro dal proprio bilancio. "Dobbiamo essere pronti a fronteggiare flussi importanti di persone in fuga dalla guerra e, oltre alla prima accoglienza, è necessario garantire un supporto alle persone più in difficoltà, con disabilità e ai minori non accompagnati", ha dichiarato Lamberto Bertolé, assessore ai servizi sociali: "E' necessario agire su entrambi i fronti, organizzando strutture in grado di ospitare numeri significativi di persone per brevi periodi e rafforzando i servizi sociali che si occupano delle persone fragili".

Secondo quanto dichiarato dal sindaco Beppe Sala qualche giorno fa, a Milano sono attesi fino a quarantamila profughi in fuga dall'Ucraina. Per il momento in Lombardia ne sono arrivati oltre cinquemila, di cui la maggior parte nel Milanese. Quasi tutti, al momento, sono ospitati da parenti e amici, oppure da persone che si sono rese disponibili.

La regione 'chiama' gli alberghi

Su un fronte più ampio, quello della Lombardia, l'istituzione regionale ha 'chiamato' gli alberghi e le altre strutture ricettive, avviando una manifestazione d'interesse per raccogliere la disponibilità ad ospitare i profughi dall'Ucraina. L'obiettivo è assicurare l'ospitalità a coloro che fuggono dalla guerra qualora non sia possibile garantire l'accoglienza tramite le "misure ordinarie" messe a disposizione dalle prefetture e dal governo. "Una misura fondamentale, da parte della regione, per garantire aiuti e supporti alla popolazione ucraina, nell'ottica di fornire assistenza e alloggio temporaneo", commenta Pietro Foroni, assessore alla protezione civile.

Le strutture ricettive che aderiranno, saranno attivate di volta in volta, tenendo conto della disponibilità dei posti rispetto alle specifiche esigenze del momento, e assicurando anche un "principio di rotazione" tra le strutture stesse. In particolare, prima di attivare una nuova struttura della stessa zona, quelle precedenti verranno portate alla "piena occupazione", salv specifiche esigenze dettate dalla necessità contingente.

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