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Sala è finito sotto il fuoco delle opposizioni per la nomina del capo della Locale di Milano

Riesplode il caso Barbato. E ora le opposizioni annunciano interrogazioni in Parlamento

Note, comunicati stampa, accuse neanche troppo velate e la "promessa" di una, anzi più interrogazioni parlamentari. Nelle ultime ore, il sindaco di Milano, Beppe Sala, è finito sotto il fuoco - per nulla amico - delle opposizioni, pronte a ogni azione pur di ottenere chiarezza sul "caso Barbato". 

Per comprendere i contorni della vicenda bisogna avvolgere il nastro fino al 2017, quando Antonio Barbato, ex capo dei ghisa meneghini, si era dimesso dal suo ruolo dopo essere stato coinvolto - come testimone, ma mai indagato - in un'inchiesta sulla criminalità organizzata. L'ex numero uno dei vigili era stato chiamato dalla procura come persona informata sui fatti dopo aver avuto un incontro con un sindacalista poi finito in manette in quella stessa inchiesta. 

Sala e il caso Barbato

Durante quell'appuntamento, stando a quanto confermato dallo stesso Barbato, si era ipotizzato di far pedinare un secondo sindacalista - un ghisa in servizio a Milano -, sospettato di usufruire con troppa "leggerezza" dei permessi sindacali e di far pressioni sui colleghi per far sparire le multe di amici e conoscenti. Negli ultimi giorni, proprio Barbato ha affidato a "Le Iene" una sua ricostruzione completa dei fatti, gettando ombre sulla nomina - avvenuta in via diretta e senza concorso - di Marco Ciacci come nuovo comandante della Locale perché - Sala dixit all'epoca - "tra i ghisa non c'erano capacità adeguate". 

L'ipotesi - tutta da dimostrare e al momento non certificata da nessun documento - è che quella chiamata da parte di palazzo Marino sia stata una sorta di favore alla procura che in quel periodo indagava su Sala per il caso Expo, dato che lo stesso Ciacci fino a quel momento era capo della polizia giudiziaria in procura. Le ombre hanno immediatamente acceso i sospetti dei partiti di opposizione, che hanno messo nel mirino il primo cittadino di Milano. 

La (nuova) bufera su Sala

Così, tra sabato e domenica si sono sprecate accuse e richieste di chiarire in aula. "Nel 2017 l’allora capo della polizia municipale di Milano, Antonio Barbato, si dimette dopo esser stato travolto da uno scandalo mediatico. Al suo posto il comune nomina Marco Ciacci, fino ad allora in servizio presso la Procura. Una storia raccontata nella trasmissione 'Le Iene', che mette a nudo le bugie del sindaco Giuseppe Sala a cui la Lega chiede risposte concrete a domande precise: perché Sala ha costretto Barbato a dimettersi sapendo bene che stava cercando di fermare il malaffare nel corpo della polizia locale di Milano? Perché ha scelto proprio Marco Ciacci, responsabile della polizia giudiziaria della Procura di Milano, la stessa che aveva indagato su Sala nell'inchiesta su Expo? Perché non sostituì Barbato con personale interno alla polizia locale di Milano dopo che Anci aveva fornito un elenco di idonei? Visto che dall'inchiesta Ghisa Scura emergono collusioni tra i vertici del comando e Mauro Cobelli per quale motivo non ha detto una parola, forse deve preservare Ciacci? I milanesi hanno diritto a risposte precise e chiare, Sala non può più nascondersi dietro ai suoi silenzi", il j'accuse del deputato Igor Iezzi, capogruppo della Lega in commissione affari costituzionali, che ha già annunciato una interrogazione ai ministri degli interni, giustizia e pubblica amministrazione.

“Vicenda oscura e da chiarire, Beppe Sala venga a chiarire quanto emerso dal servizio de Le Iene in consiglio comunale", gli ha fatto eco Max Bastoni, consigliere comunale e regionale della Lega. “Chiarisca la nomina di Ciacci e le sue modalità che avrebbero trascurato la doverosa verifica di profili idonei già in servizio a Milano nel corpo della Polizia Locale. Ora è il momento di chiarire e fugare ogni sospetto di scambio di favori con certi ambienti della magistratura. Sono certo - ha concluso - che Sala si sentirà in dovere di fornire spiegazioni in aula".

“La trasparenza e l’indipendenza del sindaco Sala e di tutto il comune di Milano rispetto alla vicenda Barbato è seriamente messa in dubbio da quanto emerso in questi mesi e dal servizio delle Iene. Ci stupisce che nemmeno il responsabile del comitato della legalità, dr. Colombo, abbia voluto dare risposte chiare ai dubbi che il giornalista gli ha voluto sottoporre. Adesso chiediamo che il sindaco Sala ci dica finalmente quali sono le reali motivazioni che lo hanno portato ad allontanare il comandante Barbato e ad assumere il comandante Ciacci, allora in forza alla polizia giudiziaria della Procura di Milano - ha detto Carlo Osnato, parlamentare milanese di Fratelli d'Italia -. Il suo silenzio assordante, così come quello della Procura, ci spingono a chiedere chiarezza attraverso un’interrogazione parlamentare che firmerò insieme al capogruppo in commissione Affari istituzionali, on. Prisco". 

E ancora: “Le capacità e le competenze del corpo di polizia locale di Milano sono il fiore all’occhiello della città e non possono essere sviliti da personali interessi - politici e non - di coloro che, da troppi anni ormai, governano Milano e che pensano di poter fare il bello e cattivo tempo senza dover rendere conto a nessuno. È giunto il momento di fare chiarezza, per la dignità del Corpo e per onestà verso i milanesi", ha ribadito Carlo Fidanza, europarlamentare di FdI.

“L’opposizione di centrodestra offre una grande opportunità a Sala per chiarire la sua posizione rispetto alla vicenda della sostituzione dell’ex comandante Barbato. L’avvicendamento del comandante della polizia locale di Milano è sempre un passaggio delicato, ma se il sindaco Sala non ha dubbi sulle modalità adottate venga tranquillamente in consiglio comunale a chiarire la sua posizione e quella della Giunta - l'appello di Riccardo De Corato, consigliere comunale e assessore alla sicurezza in regione -. Non possono esserci simili ombre sul comune e sulla Polizia locale di Milano”. 

"Sono emersi numerosi aspetti e fatti ancora poco chiari e a tratti inquietanti che hanno caratterizzato tutta la vicenda, che ora il sindaco ha il dovere di chiarire di fronte alla cittadinanza", ha evidenziato Andrea Mascaretti, capogruppo di Fratelli d'Italia a Palazzo Marino. "Ci preme sapere se, prima di procedere a scegliere una risorsa esterna, siano stati valutati funzionari e dirigenti già dipendenti del comune di Milano idonei a ricoprire quel ruolo e in base a quali criteri siano stati scartati nella scelta finale", ha proseguito sulla stessa lunghezza d'onda l'onorevole Stefano Maullu, coordinatore milanese di FdI. "I cittadini tutti hanno diritto di sapere cosa avviene dentro al Palazzo dove si amministra la città. Ci aspettiamo da Sala - ha concluso - la massima trasparenza rispetto alla nomina al vertice di un corpo che ha funzioni certamente delicate e particolari rispetto alla città."

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