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Stadio San Siro, il Comune di Milano pronto ad ascoltare Italia Nostra. Partono le commissioni

Si inizia l'11 gennaio con i rappresentanti di Italia Nostra e del Gruppo Verde San Siro

Con la ripresa dei lavori in consiglio comunale, entra nel vivo la questione del nuovo stadio di Milano. Da martedì 11 gennaio partiranno le audizioni nelle commissioni comunali competenti, secondo lo schema di una 'istruttoria' serrata nelle aule dell'istituzione milanese. I primi a varcare la porta della sala commissioni di Palazzo Marino, l'11 gennaio alle 17.30, saranno i rappresentanti di Italia Nostra e quelli dell'associazione Gruppo Verde San Siro, che hanno chiesto di essere sentiti nei giorni scorsi. 

Lo ha reso noto su Facebook Enrico Fedrighini, consigliere della Lista Sala e presidente della commissione affari istituzionali. Fedrighini era stato il principale fautore dell'avvio delle audizioni nelle commissioni come metodo da privilegiare per discutere del nuovo stadio di Milano. Proprio qualche giorno prima di Natale, Milan e Inter avevano scelto il progetto di Populous (anziché quello concorrente di Cmr-Manica-Sportium), la 'Cattedrale' che cambierà colori a seconda di chi disputerà l'incontro casalingo e che, nell'intenzione dei progettisti, richiama il Duomo e la Galleria.

Subito dopo, l'attenzione dell'opinione pubblica si era concentrata sul rendering "da foresta amazzonica" diffuso dai due club. Spariti i grattacieli, sparito anche il vecchio Meazza tranne una torre visibile (ma le prescrizioni dicevano che si sarebbe dovuto salvare ben di più e perfino rifunzionalizzarlo con vocazione sportiva), il quartiere intorno all'area stadio 'ripopolato' di alberi anche dove oggi si trovano le case. 

Ricorsi e referendum

E, mentre il Comune si avvierà il lavoro nelle commissioni competenti (affari istituzionali, sport, ambiente e rigenerazione urbana), fuori dal palazzo i comitati sono attivi su due fronti: i ricorsi al Tar contro la delibera della giunta che, il 5 novembre, ha confermato la dichiarazione di interesse pubblico, e due possibili referendum cittadini, uno abrogativo della stessa delibera ed uno propositivo, che sarebbero entrambi vincolanti se approvati. Per i ricorsi c'è tempo fino al 4 gennaio, mentre per i referendum c'è qualche mese in più a disposizione: vanno raccolte inizialmente mille firme e poi, se il comitato dei garanti del Comune darà il via libera, altre quattordicimila.

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