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Cronaca

Milano, pedofilo condannato a 19 anni (record in Italia) perché disumano e senza scrupoli

Personalità "negativa", "caratterizzata da tratti di malvagità". Le motivazioni della sentenza

Sono state depositate le motivazioni della sentenza che ha portato alla condanna a 19 anni di carcere per l'uomo di 48 anni accusato di pedofilia: la pena più alta in Italia per un pedofilo.

I giudici del tribunale di Lodi lo descrivono così: una "personalità" estremamente "negativa", "caratterizzata da tratti di malvagità ed assenza di scrupoli", tesa "costantemente" al "soddisfacimento delle proprie pulsioni sessuali" e "priva di qualsivoglia spirito di umanità nei confronti della sofferenza delle ragazzine di cui aveva abusato".

Il 48enne, come emerso nelle indagini del procuratore aggiunto di Milano Letizia Mannella e del pm Alessia Menegazzo, per "5 anni" si era finto una ragazzina dal nome 'Giulia la malvagia' per poter adescare via WhatsApp e poi abusare di minorenni tra gli undici e i tredici anni (tre le vittime). "Emblematiche", scrivono i giudici (Giuseppe Pighi, Sara Faldini e Ivonne Calderon), erano le "frequenti richieste di aiuto" delle ragazzine "davanti ai supposti malefici" di cui lui le minacciava, prospettando, poi, "come risposta" altri "nuovi e perversi atti sessuali spacciati come interventi di soccorso". Incuteva "terrore" per soggiogare la loro "volontà". 

L'arresto e la condanna del pedofilo

Per le violenze, durate per tre anni dal 2015 al 2019, il pubblico ministero Alessia Menegazzo, titolare dell'indagine, aveva chiesto per l'uomo una condanna a 17 anni di carcere. Nel gennaio 2019 era stata proprio una delle sue vittime a fare scattare l'allarme dopo aver confessato alla sua insegnante di aver subito violenze da quell'uomo e averle mostrato alcune foto. 

Il pedofilo, che viveva nel Lodigiano con gli anziani genitori, era vicino di casa di una delle sue vittime, alla quale si era presentato raccongliendo il suo numero di telefono. Poi aveva contattato lei e le altre due ragazzine fingendo di essere 'Giulia', una bambina "cattivissima e sadica", come l'hanno descritta i magistrati dopo aver visionato le chat. Infine aveva attirato le ragazzine nella sua casa con la scusa di fargli vedere dei gatti e le aveva violentate, filmando il tutto con delle telecamere. Per una delle famiglie delle vittime, costituita parte civile nel processo, il Tribunale ha anche stabilito una provvisionale, immediatamente esecutiva, di 100 mila euro.

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