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Ancora sgomberi nelle case di Ats in via Adige. "Trattati come delinquenti"

La protesta dell'Unione Inquilini, che segue il caso

Un altro sgombero in via Adige 3 (zona corso Lodi), nell'edificio quasi interamente di proprietà di Ats. È avvenuto mercoledì mattina. Questa volta è stata sgomberata una famiglia di 4 persone che, da circa 15 anni, viveva nello stabile. È stata usata la stessa procedura (penale) per le occupazioni abusive in flagranza di reato ("invasione di edificio") negli stabili di edilizia pubblica, con l'uso di forze dell'ordine. Secondo i sindacati degli inquilini, si tratta di uno sgombero concordato tra Ats e questura. È il terzo sgombero dopo quelli, con la stessa modalità, di settimana scorsa.

Durante le operazioni, una persona coinvolta negli sgomberi ha accusato un malore con intervento dell'ambulanza. Nonostante questo, sembra che Ats non abbia accettato di concedere due giorni di rinvio per permettere alla famiglia di riorganizzarsi.

"Non esiste nessuna flagranza di reato e probabilmente nessun reato", ribatte l'Unione Inquilini, il sindacato che sta seguendo da anni la vicenda dello stabile: "Dei tre nuclei sgomberati, tutti abitanti negli alloggi da circa 15 anni, nessuno aveva sfondato una porta. Si tratta di contenziosi di carattere civili per i quali andavano utilizzate, nel caso, procedure di carattere civilistico. Un avviso di garanzia è ben diverso da una sentenza e il metodo utilizzato (prima lo sgombero, poi si vedrà come andrà a finire il processo, è gravemente lesivo dei diritti delle persone, buttate da un giorno all'altro sulla strada da appartamenti in cui abitavano da anni".

La vicenda di questo stabile (e di uno adiacente in via Mantova) si trascina da molto tempo. Nel 2013 Ats, non più intenzionata a gestire appartamenti, si era incontrata con Aler e Regione Lombardia per risolvere la questione 'dall'interno', tra enti regionali. Ma poi non se n'era più fatto nulla. Agli stabili pare occorra molta manutenzione: questo almeno sostiene Ats. Tuttavia l'Unione Inquilini, a novembre del 2022, ha chiesto l'elenco degli appartamenti pericolanti e non lo ha mai ricevuto. 

E poi c'è la questione dei contratti. Secondo l'Unione Inquilini, nel 2016 è stato firmato un protocollo sindacale sul rinnovo, che prevedeva la possibilità di regolarizzare le situazioni irregolari, ma questo è successo al ritmo di uno o due all'anno, non di più. "Questa confusione tra occupazione abusiva come reato e mancanza di contratto o contratto scaduto è estremamente pericolosa al di là del caso specifico, come abbiamo formalmente segnalato alla prefettura", dichiara l'Unione Inquilini: "Questi episodi vogliono trasformare il bisogno abitativo in questione di ordine pubblico".

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