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Cronaca

L'ex moglie denunciò Di Fazio 13 volte, ora la procura riapre le indagini

Gli esposti, ripetuti negli anni, erano stati archiviati

Sono state ben tredici le denunce o gli esposti presentate dall'ex moglie di Antonio Di Fazio, manager e imprenditore arrestato per violenza sessuale su alcune studentesse che avrebbe narcotizzato e fotografato nel suo appartamento milanese di via Tamburini, zona XX Settembre. Tredici denunce, la prima del 2009. 

Come si sa, quelle denunce erano state archiviate ma ora la magistratura milanese ha deciso di riaprire le indagini. Si va dalle molestie telefoniche allo stalking alla violenza privata e al falso, perché l'imprenditore in quel periodo aveva denunciato di essere stato vittima di un tentativo d'estorsione da parte dell'ormai ex moglie. 

Ma c'è perfino una denuncia agli atti per tentato omicidio, nel 2014 (una lite violenta tra i due ex coniugi) e una per violenza sessuale. All'epoca, fino al 2016, anno dell'ultima denuncia, i magistrati non ritennero di procedere e inquadrarono tutti quegli esposti nell'ambito della crisi coniugale e della separazione burrascosa. Decisero di non convocare né la donna né i testimoni che il suo avvocato aveva, di volta in volta, indicato. I nuovi fatti che vedono l'imprenditore protagonista hanno portato evidentemente a un ripensamento in procura. E l'ex moglie è stata già sentita dai magistrati che stanno indagando per le violenze contro le studentesse.

La denuncia della studentessa narcotizzata

Tutto è partito dalla denuncia di una 21enne, studentessa della Bocconi, che il 26 marzo 2021 era stata invitata da Di Fazio a un incontro di lavoro tra imprenditori del settore farmaceutico finalizzato a uno stage formativo. Dopo aver bevuto un caffè, la ragazza ha perso completamente i sensi fino a quando si è risvegliata, ancora stordita e con addosso i vestiti indossati la sera precedente.

La perquisizione domiciliare eseguita, dopo qualche giorno, presso l'abitazione dell'imprenditore ha permesso di rinvenire, nascoste in una nicchia a scomparsa della cucina, due confezioni del medicinale Bromazepam, un ansiolitico della famiglia delle benzodiazepine, che si l'uomo le avrebbe somministrato per abusare di lei. La visita alla Mangiagalli ha effettivamente certificato la presenza di 900 mg di benzodiazepine nelle urine. L'analisi del telefono di Di Fazio ha portato gli investigatori a ritenere che la 21enne non fosse stata l'unica vittima.

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