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L'iniziativa / Duomo / Largo Francesco Richini

Una fiaccolata a Milano per Ilaria Salis: appuntamento mercoledì sera

Il Comitato chiede i domiciliari in Italia per la donna

Non si ferma la solidarietà nei confronti di Ilaria Salis, la monzese di 39 anni in carcere di massima sicurezza a Budapest da oltre un anno, per la quale il 29 gennaio è iniziato il processo per l'aggressione, a febbraio 2023, di due militanti neonazisti durante un raduno (le vittime ebbero alcuni giorni di prognosi per ferite), a cui secondo l'accusa avrebbe partecipato. Ilaria Salis ha rifiutato un patteggiamento di 11 anni di reclusione e ora ne rischia molti di più.

Il Comitato Ilaria Salis e varie associazioni e partiti hanno organizzato, per mercoledì 28 febbraio, una fiaccolata a Milano alle 18.30 per chiedere la concessione degli arresti domiciliari in Italia. La manifestazione partirà da largo Richini, vicino all'Università Statale, e terminerà in piazza Missori. Alla fiaccolata aderiscono Amnesty International, Arci, Sentinelli e Anpi; tra i partiti, il Pd di Monza e di Milano, Rifondazione Comunista, Possibile, Alleanza Verdi-Sinistra e l'Associazione Enzo Tortora - Radicali Milano.

"Da più di un anno - si legge in una nota - Ilaria è in prigione in un paese in cui, secondo le principali organizzazioni umanitarie, non sono garantiti I diritti dei detenuti e in cui la democrazia è giorno dopo giorno limitata dalle leggi liberticide di Orban. Siamo preoccupati per Ilaria, siamo preoccupati per la sua sicurezza e per gli esiti di un processo inquinato dall’ideologia antidemocratica delle istituzioni ungheresi. Continuiamo a chiedere che torni in Italia ad affrontare il processo, in conformità con la decisione-quadro del Consiglio d'Europa n. 829 del 2009".

L'ingresso in aula col guinzaglio

Particolarmente shockanti le immagini del suo ingresso in aula di Tribunale, il 29 gennaio, con catene ai polsi e alle caviglie, trascinata con un guinzaglio da una poliziotta. Ma, ormai da mesi, attraverso le sue lettere, sono note le condizioni disumane in cui è detenuta. Il Comitato sottolinea anche "il trattamento giuridico a due pesi e due misure, sbarre per gli antifascisti, libertà di azione per i nostalgici del nazismo". Elementi che domistrano che "Ilaria Salis è ostaggio di uno Stato che viola i principi democratici e i diritti umani".

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