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Lunedì, 29 Aprile 2024
Milano Centro Galleria Vittorio Emanuele II

Versace in Galleria, il Comune intenzionato a dire "no"

La griffe subentrerebbe a Bernasconi: canone raddoppiato e 15 milioni al gioielliere. Ma il Comune frena

Da una parte la richiesta di Versace di subentrare alla gioielleria Bernasconi. E dall'altra le nuove regole per la Galleria Vittorio Emanuele. Sul primo punto pare che il Comune stia pensando di negare il via libera: per ora si è solo preso qualche giorno di tempo in più, ma sembra che il rifiuto sia ormai dato per certo. Franco D'Alfonso, l'assessore competente, spiega infatti che Bernasconi ha rinnovato recentemente (e a condizioni molto favorevoli grazie al fatto che si tratta di un marchio storico) l'affitto dei locali.

Funziona così: attraverso la cessione del ramo d'azienda, un privato subentra a un altro (ovviamente non gratis). Questo subentro prevede che il canone sia raddoppiato: in questo modo ci guadagna anche il Comune. Nello specifico, il canone pagato da Bernasconi è di 302mila euro all'anno, che quindi con Versace diventerebbero più di 600mila. Versace inoltre pagherebbe 15 milioni di euro a Bernasconi per la cessione del ramo d'azienda.

L'alto valore della cessione tra privati ha fatto storcere il naso a più d'un esponente della maggioranza di centrosinistra. Se la Galleria è dei milanesi, dicono, perché 15 milioni passano da un privato a un altro privato? Da qui l'intenzione di cambiare presto le regole: è possibile che, entro breve, tutti gli spazi della Galleria che vengono lasciati vuoti siano messi all'asta, senza più consentire questi passaggi.

Anche Armani recentemente ha messo in atto questa operazione di cessione: subentrerà al cravattificio Zadi per la stessa cifra di cui si parla per Versace-Bernasconi, cioè 15 milioni. In quel caso, l'assessore Lucia Castellano (che aveva la delega al demanio) si era detta soddisfatta perché per il Comune il canone sarebbe, appunto, raddoppiato. Il Popolo della libertà aveva invece obiettato che il raddoppio fosse troppo poco rispetto a quanto vale la cessione tra i privati.

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