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Regione Lombardia restituisce a Moncler i 10 milioni donati per la Fiera (ma saranno usati)

Nuovo accordo tra la regione e l'azienda italiana. Il primo progetto coinvolge l'Ats di Milano

No alla Fiera. Sì ad altri progetti. Regione Lombardia ha formalmente restituito a Moncler, azienda italiana della moda tra le più note al mondo, i soldi che la società aveva donato al Pirellone per la costruzione dell'ospedale al Portello, "l'astronave" - così era stato ribattezzato - fortemente voluto dalla giunta Fontana e il cui progetto era stato curato da Guido Bertolaso. 

A metà marzo scorso, mentre la Lombardia lottava contro la prima ondata dell'epidemia di coronavirus, e a pochi giorni dalla mega donazione effettuata da Silvio Berlusconi, Moncler aveva deciso di mettere a disposizione del Pirellone 10 milioni di euro proprio per costruire l'ospedale in Fiera, "tirato su" soltanto con fondi privati. 

Quanto è costato l'ospedale in Fiera

"Milano è una città che ha regalato a tutti noi un presente straordinario. Non possiamo e non vogliamo abbandonarla - aveva spiegato Remo Ruffini, ad e presidente di Moncler -. È un dovere di tutti restituire alla città ciò che fino ad ora ci ha dato. Ho manifestato all'assessore Giulio Gallera la volontà di supportare questo grande progetto sin dal momento in cui è stato ipotizzato e ora che ci sono ragionevoli certezze sulla fattibilità, siamo pronti a sostenerlo. Sono certo che il team della Regione Lombardia, supportato anche dall'esperienza di Guido Bertolaso, possa far diventare al più presto questa grande iniziativa realtà".

Pur tra mille difficoltà e polemiche, l'ospedale è poi diventato una realtà: è rimasto sostanzialmente vuoto fino ai giorni scorsi, ma poi è stato "attivato" per rispondere alla nuova emergenza. I soldi di Moncler, invece, saranno utilizzati per altro, che - in fondo - è quanto chiedevano i più critici verso "l'operazione Fiera", che più volte avevano proposto di spostare quei soldi su progetti di medicina e sanità territoriale o sulle attività di tracciamento dei contatti dei positivi, all'epoca meno sviluppate di oggi. 

Stando a quanto riferito da Ansa, una prima tranche della donazione - si parla di 2 milioni di euro - sarà spesa, sempre in accordo con la regione, a supporto di un programma di assistenza sanitaria domiciliare sperimentale, coordinato dall'Ats, a beneficio della comunità di Milano.

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