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Cronaca

Tre ragazze accusano Di Fazio: anche loro narcotizzate e violentate dal manager

Ora che ci sono nuove vittime, la posizione dell'uomo sembra molto più compromessa

In meno di 24 ore dalla diffusione della notizia, tre ragazze si sono fatte avanti: sono pronte a denunciare il manager di Global Farma Antonio Di Fazio perché anche loro potrebbero essere state narcotizzate e violentate dall'imprenditore 50enne. L'uomo è in carcere da venerdì per aver stuprato nel suo appartamento a Milano una studentessa di 21 anni, dove tra l'altro c'erano la madre e il figlio. Le giovani saranno sentite dagli inquirenti ma sembra che alcune di loro corrispondano alle vittime fotografate dall'uomo col suo smartphone.

L'imprenditore farmaceutico è finito in manette per i reati di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni personali aggravate nei confronti di una studentessa di 21 anni. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Gip presso il Tribunale di Milano. A portare a compimento l'arresto sono gli uomini del Nucleo Operativo della Compagnia Milano Porta Monforte dei carabinieri. Gli stessi che dopo articolate attività d'indagine, coordinate dal Dipartimento Tutela della famiglia, dei minori e di altri soggetti deboli della Procura della Repubblica di Milano, procuratore aggiunto Letizia Mannella e sostituto procuratore Alessia Menegazzo, hanno ricostruito il quadro della violenza sessuale. 

Le violenze seriali del manager Di Fazio

Fin da subito è emerso il sospetto che si trattase di un atteggiamento seriale: e sono ancora in corso ulteriori accertamenti per identificare altre donne che in passato possano aver subito abusi sessuali da parte dell'indagato con lo stesso modus operandi. Nel suo telefono sono state trovate foto di altre quattro donne. Per questo il comando provinciale dei carabinieri invita coloro che abbiano incontrato l'imprenditore, accusando successivamente uno stato d'incoscienza, a contattare immediatamente la Compagnia Milano Porta Monforte, in viale Umbria 62. È possibile chiamare anche lo 0262766501.

Antonio Di Fazio, una vita "doppia" tra auto di lusso e viaggi, è amministratore unico della nota azienda farmaceutica Global Farma con sede in via Mario Pagano a Milano. L'attività investigativa che lo ha incastrato trae origine dalla denuncia presentata lo scorso 28 marzo, presso la Stazione Carabinieri Milano Porta Monforte, da una studentessa universitaria di 21 anni che aveva riferito ai militari di essere stata invitata a un incontro di lavoro tra imprenditori del settore farmaceutico finalizzato ad uno stage formativo presso l'azienda e di aver perso completamente i sensi dopo aver bevuto un caffè.

Nella circostanza, la ragazza aveva precisato di essersi risvegliata presso la propria abitazione, ancora stordita e con addosso i vestiti indossati la sera precedente. La perquisizione domiciliare eseguita, dopo qualche giorno, presso l'abitazione dell'indagato ha permesso di rinvenire, occultate in una nicchia a scomparsa della cucina, due confezioni del medicinale Bromazepam, un ansiolitico della famiglia delle benzodiazepine.

Bromazepam, arrestato farmacista abusa ragazza-2

Gli ulteriori approfondimenti investigativi, portati avanti in collaborazione con il Nucleo Investigativo di Milano, hanno consentito di accertare che il manager Di Fazio il 26 marzo, dopo aver invitato la giovane vittima alla presunta riunione di lavoro, le avrebbe somministrato, mescolandola con un caffè e un succo d'arancia, un'elevata dose di benzodiazepine, tale da cagionarle un'intossicazione con avvelenamento per privarla della libertà personale, trattenendola presso la propria abitazione contro la sua volontà fino al mattino seguente. La studentessa sarebbe stata posta in uno stato di incapacità di volere e di agire per abusarne e fotografarla nuda.

Ipotesi suffragate dall'analisi dei tabulati telefonici, delle immagini estrapolate dagli impianti di videosorveglianza e dei dati gps registrati dallo smartwatch della vittima, nonché da accertamenti informatici eseguiti su vari telefoni e computer utilizzati dall'imprenditore 50enne. Preoccupato dall'esito della perquisizione e dalle indagini in corso, Di Fazio ha tentato di crearsi un alibi, non solo inducendo i propri familiari e amici a rendere dichiarazioni compiacenti, ma anche accusando la studentessa e la sua famiglia di un tentativo di estorsione ai suoi danni: secondo le sue parole volevano mezzo milione di euro. Ora che ci sono nuove vittime, la posizione dell'uomo sembra molto più compromessa. 

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