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Omicidi Vanzaghello

Omicidio sulla Statale a Vanzaghello, la vittima ha un nome: riconosciuto dal padre

Il padre dell'uomo si è presentato dai carabinieri per denunciare la scomparsa del figlio e ha riconosciuto i tatuaggi

E' stato identificato il ragazzo trovato morto il 7 maggio in una piazzola di sosta della superstrada Ss 336 (la statale di Malpensa) a Vanzaghello (Milano). Il riconoscimento è avvenuto attraverso i tatuaggi sul corpo della vittima, un 34enne marocchino. La parola definitiva è stata data dal padre dell'uomo, che si era presentato ai carabinieri di Corsico per denunciare la scomparsa del figlio.

I militari gli hanno mostrato le fotografie con i tatuaggi, precedentemente diffuse dalla polizia di Varese, e lui ha capito che quell'uomo deceduto era proprio il figlio. Nessun dubbio sulla modalità della morte: omicidio, in seguito a un violento pestaggio e, probabilmente, a una qualche tortura. 

La questura di Varese procede ora con le indagini, in particolare per ricostruire il movente. Gli inquirenti ipotizzano un regolamento di conti nell'ambito dello spaccio di droga. La zona del ritrovamento è nota per la vicinanza a boschi in cui l'attività di spaccio è fiorente. Il procuratore capo di Busto Arsizio, Carlo Nocerino, aveva parlato esplicitamente di possibili collegamenti con un altro omicidio, quello di Rescaldina, dove, il 2 aprile, un uomo era stato ucciso con un colpo di pistola alla testa. Visti i numerosi tatuaggi sul corpo, la procura di Busto aveva autorizzato la diffusione delle fotografie nella speranza che potesse farsi avanti qualcuno che lo conosceva.

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