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Cronaca

Sala: "Condizioni di San Vittore indecenti. Nordio chiarisca le intenzioni"

La posizione del sindaco rispetto al carcere milanese

"Credo sia ormai inaccettabile vedere i detenuti vivere a San Vittore in quelle condizioni". Così il sindaco di Milano, Beppe Sala nella puntata del suo podcast Buongiorno Milano di mercoledì 22 febbraio.

"Come tutte le questioni contemporanee - ha detto il primo cittadino - anche il possibile trasferimento di San Vittore è tema complesso e meritevole di riflessione aperta e consapevole, ma penso sia tempo che il Ministero della Giustizia faccia chiarezza sulle reali intenzioni. Si possono almeno ristrutturare le celle e portare la capienza a una dimensione più corretta? Questo è quello che chiedo. Io non sono tra quelli che spingono per un trasferimento del carcere ma credo sia ormai inaccettabile vedere i detenuti vivere a San Vittore in quelle condizioni".

L'allarme sullo stato, ormai inaccettabile, del carcere milanese era stato già lanciato la scorsa estate, quando però il titolare del ministero della Giustizia non era ancora Carlo Nordio, a cui ora Sala si appella. "Delle carceri e delle condizioni di cui parlano i detenuti ogni tanto si parla - ha continuato Sala - magari come conseguenza di qualche tragico accadimento, ma è oggettivo che se non si riusciranno a creare condizioni di vita accettabili nei nostri istituti penitenziari qualsiasi percorso di rieducazione avrà vita durissima. Il carcere di San Vittore ne è  un chiarissimo esempio. Chiunque abbia l'occasione di una visita al nostro carcere potrebbe facilmente verificare che le condizioni di vita dei reclusi sono al di là dell'accettabile, anche un po' al di là dell'immaginabile. Quest'estate, una delle più torride della nostra storia, l'associazione Antigone ha certificato a San Vittore un affollamento del 190 per cento rispetto alla sua teorica capienza".

"Si tratta di una situazione che ha ben oltrepassato i limiti della civiltà - ha proseguito il sindaco - molte possono essere le motivazioni di una necessaria riflessione in materia, però vorrei sottolineare una cosa: personalmente ritengo che molte, se non tutte, potrebbero essere superate dalla constatazione che non è parte del cuore di Milano obbligare una detenuta, magari incinta, a condividere con tre altre detenute uno spazio di pochissimi metri quadrati, poco più di 10, dovendo utilizzare un bagno alla turca. Scusate se sono crudo, ma è quello che ho verificato personalmente qualche mese fa. Queste condizioni di vita sono indegne di Milano e della sua tradizione di città equa e accogliente".

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