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Cronaca

'Traffico' di certificati di emissione CO2, la finanza arresta un inglese

L'attività investigativa ha consentito di individuare l'esistenza di gruppo criminale a carattere transnazionale che ha messo in piedi ripetute 'frodi carosello'

E' stato estradato e portato mercoledì nel carcere di Como un cittadino inglese, residente a Dubai, tratto in arresto dalle autorità britanniche il 23 luglio scorso all'aeroporto internazionale di Heathrow, in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso dal Gip di Milano, Luigi Gargiulo.

L'arresto rientra nell'indagine, condotta dal Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza e coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco e dai pm Carlo Nocerino e Adriano Scudieri, su un illecito 'traffico' di certificati di emissione CO2 (i cosiddetti 'carbon credit'), ossia delle quote di emissione dei gas serra introdotte con una direttiva europea per ridurre l'inquinamento.
L'attività investigativa ha consentito di individuare l'esistenza di gruppo criminale a carattere transnazionale che ha messo in piedi ripetute 'frodi carosello', con l'interposizione nell'intera filiera commerciale di società cartiere e di società 'filtro' con sedi in più stati per appropriarsi poi indebitamente di tutta l'imposta sul valore aggiunto pagata dagli acquirenti finali, alterando le normali dinamiche di mercato.
Nell'inchiesta ci sono 59 indagati e sono state già arrestate 10 persone, tra amministratori di fatto e di diritto di varie società operanti nel settore. E lo scorso novembre era stato disposto un sequestro preventivo per oltre 80 milioni di euro.
 
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