Ragazza violentata mentre va a lavorare al San Raffaele di Milano

Approfittando di una Milano svuotata per le ferie e della desolazione delle prime ore del mattino, un uomo ha aggredito una donna, trascinandola in un posto non visibile in un cantiere, e l'ha stuprata. L'orrore della violenza sessuale si è consumato intorno alle 6.30 di lunedì 9 agosto ma la notizia è stata comunicata soltanto ora che il presunto responsabile è stato arrestato. Il fermo è stato eseguito nell'inchiesta dell'aggiunto milanese Letizia Mannella e del pm Rosaria Stagnaro.

A mettere le mani su di lui, un egiziano di 20 anni richiedente asilo, sono stati gli agenti della Squadra mobile della questura, guidati da Marco Calì. La vittima, una ventenne dipendente dell'ospedale San Raffaele, stava andando proprio sul luogo di lavoro per montare nel turno del mattino. Era per strada, nei pressi della zona di Cascina Gobba, non lontano dall'ospedale.

Ragazza violentata a Milano vicino al San Raffaele

Stando a quanto ricostruito nelle indagini, il ragazzo - sbarcato a Lampedusa non molto tempo fa e in Italia senza precedenti penali - ha visto passare la giovane e l'ha inseguita e aggredita: trascinandola in una zona non visibile e chiusa a lato della strada. Poi l'ha violentata. Decisive nelle serrate indagini degli investigatori le analisi delle telecamere e anche il 'match' del Dna.

Si è arrivati nel giro di pochi giorni al fermo per violenza sessuale, infatti, perché gli investigatori della Squadra mobile hanno analizzato tutte le telecamere di sorveglianza della zona, frame dopo frame, incrociando questi dati con i tabulati telefonici. Decisivo è stato anche il riscontro ottenuto con le analisi sul Dna, che hanno fornito un 'match' tra quello dell'aggressore, preso grazie a una sigaretta durante le indagini, e quello che era stato rintracciato sul luogo del delitto.