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Cronaca

"Scola sarà papa", parola degli americani (nel 2002): colpo di Wikileaks

Un cablaggio riservato, pubblicato da Wikileaks a fine 2011, indicava nell'allora neo-patriarca di Venezia un possibile futuro papa, con tanto di "pro" e "contro" e indicazione delle correnti nel Conclave 2005

L'ambasciata Usa in Italia ha tifato a lungo per Angelo Scola sulla poltrona più alta di San Pietro. Questo il sunto dei cablaggi riservati (e pubblicati da Wikileaks a fine 2011) durati circa 10 anni. I messaggi partono appena Scola viene nominato patriarca di Venezia. Siamo nel 2002, è il 7 gennaio. "E' cosmopolita, affabile, intelligente, ha un carattere caldo e amichevole. È fortemente legato e leale al Papa (…) ed ai principi del cattolicesimo ma senza essere un demagogo". E soprattutto: "E' già indicato come candidato al prossimo papato".

Lo riporta Antonino D'Anna su "Affari Italiani". Scola non era ancora cardinale, ma sarà nominato tale nel 2003. Il cablaggio ricorda che nel Novecento ben tre patriarchi di Venezia sono diventati papi: Pio X, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I. L'autore del dossier ravvisa quindi una sorta di "presagio" nella nomina a patriarca di Scola. "La nomina di Scola a Venezia è un segno della grande stima dell'attuale pontefice verso il nuovo patriarca e rappresenta un consolidamento del blocco conservatore all'interno della CEI e aumenta le possibilità che un italiano possa in futuro rimpiazzare Giovanni Paolo II". Più chiaro non si può.

Fin qui però è tracciato (insieme a una breve biografia) un semplice profilo del personaggio, a cui si aggiunge che i centristi e i conservatori del mondo politico occidentale di sicuro possono guardare a lui con favore. Poi, nel 2005, quando Giovanni Paolo II muore, è tempo di Conclave. E il 15 aprile parte un altro cablaggio in cui si prefigurano gli schieramenti tra cardinali.

"Alcuni candidati europei - si legge - incluso il cardinale Joseph Ratzinger, hanno detto chiaramente che considerano la ripresa della Chiesa europea come la loro priorità numero uno. Un'altra scuola di pensiero tra i cardinali suggerisce che la Chiesa debba accettare un ruolo ridimensionato in Europa, per concentrarsi sul rafforzamento degli 'spiccioli' di fedeli europei per preparare il futuro". L'autore del dossier fa i nomi della seconda scuola di pensiero: "Molti di questi 'spiccioli' possono essere rinvenuti in movimenti religiosi laicali come Comunione e Liberazione, l'opus Dei e i Focolari, e un candidato con forti legami con tali gruppi quali il cardinale Dionigi Tettamanzi di Milano o il Cardinale di Venezia Angelo Scola potrebbe beneficiarne se questa scuola di pensiero dovesse trovare ampio seguito".

Quindi, secondo la diplomazia americana, nel 2005 erano in campo due "correnti", una più europea (il cui nome forte era quello di Ratzinger) e una più "mondialisita" (con due nomi importanti: Tettamanzi e appunto Scola). Non si cita Carlo Maria Martini, che apparteneva decisamente a questa seconda scuola e che i mass-media indicavano spesso come l'anti-Ratzinger. In effetti (da quel poco che si sa del Conclave) il nome di Martini non fu mai preso seriamente in considerazione dai "colleghi" porporati. Di Scola in particolare viene citata la sua ampia esperienza sull'Islam e sull'Africa.

Il 18 aprile, poi, un altro cablaggio ribadisce le possibilità di Scola: "I cardinali italiani Ruini o Scola - si legge - e l'argentino Bergoglio potrebbero essere riferibili alla linea Ratzinger, mentre Tettamanzi o il brasiliano Hummes potrebbero trainare il supporto dei gruppi anti-Ratzinger". Gli schieramenti sono decisamente diversi rispetto al cablaggio di pochi giorni prima. Quello che si sa per certo è che molti cardinali sudamericani provano a far eleggere Jorge Mario Bergoglio, che però non intende accettare "l'offerta": il gruppo sudamericano allora si spacca e Ratzinger ha "vita facile".

Un'altra considerazione diffusa del perché Angelo Scola aveva all'epoca poche speranze è data dalla sua età, 64 anni contro il 78enne Ratzinger. E' noto che i cardinali preferissero un papato di transizione dopo quello, molto lungo, di Giovanni Paolo II: dunque un 64enne non avrebbe "garantito" una breve durata. Sembra un ragionamento molto politico e anche molto cinico, ma in Vaticano le cose vanno anche così. Senza per questo voler dire che questa fosse la ragione principale dell'elezione di Ratzinger.

Tornando comunque a Wikileaks, potremmo dire che l'ambasciata Usa ha "anticipato i tempi", dato che l'attenzione su Scola è sicuramente stata ancora più forte in tempi recenti, almeno da quando è stato nominato cardinale di Milano. Tuttavia nel frattempo sono passati quasi dieci anni dal 2005, Scola ha ora poco più di 70 anni e la sua elezione a papa dipende molto da quando si terrà il prossimo Conclave.

 

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