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Violenza donne: Pirellone e Palazzo Lombardia coi colori della bandiera afghana (pre talebana)

La decisione

Gli ultimi del Pirellone e di Palazzo Lombardia saranno illuminati con i colori della bandiera afghana pre-talebani in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che cade il 25 novembre. Lo ha deciso la Regione accogliendo una proposta di Michele Usuelli, consigliere di +Europa/Radicali, in passato in Afghanistan come medico di Emergency. Contemporaneamente il Comune di Milano ha deciso di esporre uno striscione di solidarietà con la scritta 'Milano con le donne afgane'.

In Afghanistan, dopo il ritorno al potere dei talebani, la situazione per le donne è diventata molto complicata: il Paese torna a grandi falcate verso l'oscurantismo precedente al 2001. "Emma Bonino - commenta Usuelli, intervenuto nell'aula del Pirellone con l'abbigliamento tradizionale afghano - ha da tempo lanciato la proposta di dedicare  l’edizione 2021 della giornata mondiale contro la violenza sulle donne alle donne afgane e ho quindi pensato di rilanciare l’iniziativa attraverso le principali istituzioni lombarde".

Secondo il medico-consigliere, "è necessario trovare il modo di aiutare concretamente le donne afghane, parlando con i talebani più pragmatici, senza riconoscere ufficialmente il loro governo, almeno per evitare il collasso del sistema sanitario, per fermare il dramma delle morti per freddo e fame e per consentire il rientro a scuola di tutte le donne, oggi permesso solo per le scuole elementari".

Il consiglio dei diritti umani dell'Onu ha recentemente approvato una risoluzione grazie a cui sarà istituito un ufficio per il monitoraggio dei diritti umani in Afghanistan, a cui è stato dedicato un G20. Secondo Usuelli i sindaci lombardi dovrebbero deliberare uno stanziamento straordinario di risorse da destinare all'agenzia dei diritti umani dell'Onu: "E chiederà alla Regione di stanziare il doppio di quanto i Comuni vorranno destinare per lo stesso obiettivo", aggiunge il consigliere, che ne approfitta per ringraziare gli operatori umanitari italiani ancora in Afghanistan nonché la Bonino, il sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova e il presidente del consiglio Mario Draghi per avere contribuito ad ottenere la risoluzione dell'Onu.

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