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Gli imprenditori edili contro il Comune di Milano: "Fate fallire il settore"

Palazzo Marino sotto accusa per le nuove linee guida sull'urbanistica che prevedono più 'piani integrati' e meno dichiarazioni d'inizio attività. De Albertis (Assimpredil-Ance): "Si rischia la paralisi"

Preoccupazione da parte degli imprenditori edili per le disposizioni di servizio decise dal Comune di Milano in merito all'urbanistica e agli sviluppi immobiliari. Linee guida che dovrebbero servire agli uffici per 'regolarsi' dopo le otto inchieste in corso, tutte fondate sull'ipotesi di abuso edilizio per avere accettato una semplice Scia (segnalazione certificata d'inizio attività) per avviare operazioni immobiliari più simili, secondo la procura di Milano, all'edificazione di palazzi e torri ex novo.

Partiamo allora dalle nuove linee guida interne, che riguardano i procedimenti in corso: per gli interventi su edifici superiori a 25 metri si indica la necessità di un 'piano attuativo' o comunque un approfondimento specifico. Per la demolizione-ricostruzione, se manca una traccia dell'immobile pre-esistente occorre riqualificare il progetto come 'nuova costruzione'. Per la cessione di aree a uso pubblico, il Comune, anziché 'monetizzare', valuterà sempre l'interesse pubblico alla cessione di aree. 

Assimpredil-Ance, l'associazione delle imprese edili di Milano, Lodi e Monza, non è stata a guardare. Venerdì Regina De Albertis, presidente dell'associazione, ha diramato una nota per spiegare che, dal punto di vista degli imprenditori edili, l'applicazione dei criteri stabiliti dalle nuove linee guida "aumenterà la situazione di paralisi dell'attività edilizia" (si sa che in questo momento, date le inchieste, c'è molta prudenza nei procedimenti edilizi, sia da parte degli sviluppatori sia da parte degli uffici dell'urbanistica in Comune) e "creerà gravissime incertezze sui cantieri già in corso o in fase di partenza, sulla base di titoli edilizi già efficaci e consolidati". Questo anche se Palazzo Marino aveva in realtà specificato di limitarsi, con le linee guida, a interventi con titoli edilizi non ancora formati.

Crisi del settore

Assimpredil-Ance paventa che, con il moltiplicarsi dei 'piani attuativi' al posto delle Scia anche per interventi relativamente semplici (De Albertis fa l'esempio di un proprietario di un'area di 200 mq con un vecchio edificio di 300 mq che vorrebbe demolire per costruire una villa della stessa volumetria, che sarebbe costretto ad avviare un 'piano attuativo' perché supererebbe l'indice di cubatura di 3 mc su mq), visti i tempi e le procedure dilatate (4 anni per un 'piano attuativo'), si avvierebbe un circolo vizioso che porterebbe al fallimento di alcuni costruttori, al blocco dei cantieri, alla sospensione di bonifiche e rigenerazioni, al licenziamento di operai, alla crisi della filiera delle costruzioni.

"Per il bene di Milano, dei suoi cittadini, lavoratori e imprese, è necessario superare l'attuale incertezza sulla validità delle regole urbanistiche ed edilizie che, ormai da anni, presiedono allo svolgimento dell'attività edilizia e immobiliare in città", conclude De Albertis, annunciando un convegno sulla "Milano del futuro" per il 27 marzo in sede di Assimpredil-Ance.

 

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