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Il corteo

Manifestazione contro i Cpr: "Salvini e Meloni, l'emergenza siete voi"

Il corteo, a cui partecipano anche alcuni consiglieri comunali, si dirige verso via Corelli

Chiudere i Cpr. È la richiesta del corteo partito sabato pomeriggio da piazza Tricolore, a Milano, a cui partecipano diversi partiti e anche alcuni consiglieri comunali. L'obiettivo: una nuova politica dei flussi migratori che non costringa chi scappa dalle guerre a essere trattenuto nei Cpr fino a 18 mesi, perché non in regola col permesso di soggiorno. Al corteo hanno preso parte alcune migliaia di persone.

Manifestazione No Cpr 6 aprile (LaPresse)

Il messaggio che campeggia sulla fiancata del camion che apre il corteo, diretto verso via Corelli dove ha sede il Cpr di Milano, è "La vera emergenza siete voi", diretto al governo e soprattutto ai ministri Matteo Salvini (leader della Lega) e Matteo Piantedosi (titolare del dicastero dell'Interno), che con Giorgia Meloni (premier) sono raffigurati con volti imbrattati di vernice rossa. Tra gli striscioni si leggono slogan come "No lager di Stato" e "I Cpr sono mostruosità di Stato". In testa al corteo lo striscione con la scritta "No Cpr, no lager di Stato, né a Milano né altrove né in Libia né in Albania". Nel corteo anche la presenza di cartelli e slogan pro Palestina: l'ormai tradizionale corteo su questo tema, infatti, si è unito a quello sul Cpr.

La denuncia sugli psicofarmaci

All'altezza di piazzale Susa, i manifestanti hanno distribuito bicchieri di plastica con dentro delle caramelle, simulando la somministrazione di psicofarmaci dentro vari Cpr italiani. "Ciò che non può essere represso con i manganelli lo reprimono con gli psicofarmaci, e capita che vengano somministrati senza il consenso della persona trattenuta", hanno detto alcuni attivisti, che hanno poi definito "senza vergogna" il sindaco di Milano, Beppe Sala, che recentemente aveva rivolto l'appello a non trasformare in un "derby tra Israele e Palestina" la celebrazione del 25 aprile.

Intanto, con un ordine del giorno, alcuni consiglieri comunali (quelli di Europa Verde oltre a Enrico Fedrighini del misto e ad Alessandro Giungi del Pd) chiederanno che il Comune di Milano si costituisca parte civile nel processo contro i precedenti gestori del Cpr, accusati di avere lasciato i migranti in condizioni disumane.

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