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La polemica / Gorla / Viale Monza, 140

A Milano il film russo "Il testimone", ci sarà una manifestazione: "Propaganda di Putin"

Polemiche per la proiezione del film "Il testimone", finanziato dalle istituzioni del Cremlino, che assolve i soldati russi nella guerra in Ucraina. Manifestazione davanti al Circolo di Unità Proletaria. Anche il Pd di zona è contro. Ma il presidente del circolo: "Non censuriamo"

Scoppia, a Milano, il caso della la proiezione del film russo 'Il testimone', una pellicola promossa dal governo russo che, 'assolvendo' i soldati russi, in realtà macchiatisi di crimini di guerra durante l'invasione dell'Ucraina su vasta scala, racconta di presunti crimini da parte dei soldati ucraini. La proiezione è prevista per la sera di martedì 13 febbraio al Circolo Famigliare di Unità Proletaria, in viale Monza, ma è organizzata da altri soggetti (tra cui il Partito comunista) a cui il circolo ha affittato una sala, pare a pagamento.

La manifestazione contro il film

In concomitanza è stata convocata, in piazza Gorla, una manifestazione contro la propaganda russa, organizzata da Ponte Atlantico con l'adesione di vari soggetti tra cui +Europa, Associazione Enzo Tortora e Azione, oltre alla comunità ucraina milanese (tra cui UaMi e altre associazioni) e alla comunità dei russi liberi. Contrario alla proiezione anche il circolo del Partito democratico intitolato a Luciano Lama, che ha sede a fianco del Cfup, e che ha chiesto ai 'vicini di casa' di revocare la sala. A tutte queste sollecitazioni il presidente del Cfup ha replicato affermando che non si tratta di un'iniziativa del Cfup stesso e che, in ogni caso, il circolo non ha mai 'censurato' eventi che gli sono stati proposti, e non lo farà nemmeno ora.

Alessandro Litta Modignani, coordinatore di Ponte Atlantico, ha osservato che, il 14 gennaio, i filorussi si erano incontrati nella sede della libreria Ritter di via Maiocchi, "specializzata nella storia del nazionalsocialismo", mentre ora "il sostegno agli aggressori" è espresso, con la proiezione del film, in una sede di sinistra. "Compagni e camerati - ha commentato Litta Modignani - sono alleati nell'attacco alle democrazie occidentali".

Il Pd: "Propaganda del regime di Putin"

Il circolo del Pd di viale Monza ha invece fatto sapere di avere chiesto al presidente del Cfup, Roberto Gimmi, di revocare lo spazio del circolo: "Non si tratta - si legge in una nota - né di una iniziativa culturale né di dibattito politico plurale". Il circolo del Pd ha ricordato che, nell'ultimo periodo, "iniziative simili sono già state annullate" in varie parti d'Italia dalle rispettive autorità cittadine, in quanto si sono rese conto che "sotto le mentite spoglie di iniziative culturali si stava dando spazio a un ampio progetto di propaganda e disinformazione promosso da figure legate al regime di Putin". Iniziative, per il circolo del Pd, "finalizzate a legittimare l’aggressione della Russia verso l’Ucraina e minare la solidarietà al popolo ucraino".

Diverse proiezioni del film 'Il testimone' sono state in effetti annullate (come a Firenze e Bologna) perché erano state organizzate in sale comunali o che ricevono finanziamenti dal Comune. A Modena, invece, per un evento sulla pretesa 'rinascita' della città ucraina di Mariupol, occupata dalla Russia dopo mesi di tremendo assedio e incessanti bombardamenti, era stata revocata una sala comunale da parte del sindaco.

Il Cfup: "Non censuriamo, siamo pluralisti"

La replica del presidente del Cfup, Roberto Gimmi, non si è fatta attendere: precisando che "il nostro circolo non si è fatto promotore di questo evento", e che quindi occorrerebbe rivolgersi ai soggetti che hanno "affittato il nostro spazio", ha voluto sottolineare che "il circolo è nato dalla Resistenza al nazifascismo" grazie alla Brigata Matteotti, che ha investito un premio ricevuto dal Cnl fondando la cooperativa. "I nostri valori sono pluralisti, multietnici e multiculturali", ha proseguito Gimmi: "Offriamo quindi uno spazio a realtà molto diverse tra loro, senza mai sindacare sulle idee e la religione". E ancora: "Non ci siamo mai permessi di censurare le proposte che ospitiamo, e non siamo intenzionati a iniziare ora".

Affrontando poi direttamente la questione del film, Gimmi ha scritto che "sarà sicuramente di parte, come tanti altri film del genere, finanziato dal Ministero russo della cultura. Ma questo non è un motivo sufficiente per la censura. Siamo in grado di capire, discutere e probabilmente non condividere, ma per farlo bisogna vederlo". E ha concluso: "Nessuno ci può accusare di fare propaganda filorussa", per poi aggiungere una nota personale: "Vista la disinformazione che coinvolge un conflitto, ho una visione antimilitarista. Considero Putin un criminale e non condivido il governo ucraino. Ritengo sempre che chi ci rimette siano sempre i civili, soprattutto quando nei conflitti prevalgono idee nazionaliste e totalitarie". Infine, il presidente del Cfup ha tentato di tendere una mano a critici: "Se voi avete da proporre altri film, siamo ben lieti di ospitarvi per riportare le vostre narrazioni".

Il 'tour' del film filorusso

Quello de 'Il testimone' è una specie di 'tour' che sta toccando parecchie città italiane. La contro-manifestazione è confermata: "Sarà civile ma ferma, contro la campagna di disinformazione e fake news che sta dilagando in tutta Italia", ha detto Litta Modignani. E, per il circolo del Pd, "uno spazio come il Cfup, che si fregia di avere le sue radici nei valori della Resistenza e della lotta partigiana non dovrebbe ospitare iniziative propagandistiche di un regime aggressore la cui condanna è stata unanime in Europa e lo sarà fino a una soluzione politica della crisi scatenata dalla violazione del diritto internazionale".

Divieto di propaganda russa in sale comunali

Intanto, il 5 febbraio, il consiglio comunale di Milano aveva approvato una mozione proposta da Giulia Pastorella (Azione-Riformisti) per impedire che, nelle sale del Comune di Milano, si possano ospitare eventi di "chiara ispirazione e propaganda russa" in merito alla guerra in Ucraina, come già avviene ad esempio per il fascismo. L'intento della mozione non era quello di censurare idee diverse, ma evitare che le sale comunali siano utilizzate per instillare disinformazione e bugie direttamente ispirate dai centri di propaganda russa sulla guerra in corso. Un tipo di guerra definita 'ibrida', da cui proteggersi.

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