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E lo scontrino del barbiere di Monti diventa un caso

Il premier, domenica a Milano per un mattina dal barbiere, "non si sarebbe fatto fare lo scontrino". Lo segnala una serissima interrogazione parlamentare della Lega

Il premier Mario Monti dal barbiere, in una rilassante domenica nella "sua" Milano, diventa un serissimo caso nazionale. Davvero. Il professore, infatti, in una mattina domenicale ritagliata dalle decine di impegni di questi giorni, era riuscito a passare dal suo barbiere di fiducia a Milano. Ma, sottolineano gli attenti occhi del Carroccio, "non si sarebbe fatto dare la ricevuta". 

"Il nostro presidente del consiglio, professor Mario Monti, in una bella domenica d'autunno ha pensato bene di concedersi un taglio di capelli a Milano presso il barbiere di sua fiducia - sostengono in un'interrogazione parlamentare i deputati leghisti Maurizio Fugatti, Gianluca Forcolin e Silvana Comaroli  -. Sembra che l'artigiano non abbia rilasciato al cliente Mario Monti alcun documento che assolvesse la funzione di certificazione del corrispettivo incassato".

"Diciamo subito che la Lega Nord ha sempre ritenuto necessario tentare di ridurre gli adempimenti formali a carico delle imprese e dei professionisti, soprattutto quelli legati all'assolvimento di obblighi tributari, pur sempre nel rispetto del legittimo interesse dell'Erario e delle entrate dello Stato - proseguono i leghisti -. Il presidente Monti, che farà chiudere i battenti a molti professionisti e a molte imprese con i prossimi provvedimenti legislativi (basta solo attendere), non sembra aver avuto un comportamento del tutto rispettoso della normativa tributaria, e risulta quindi interessante chiedere al ministro competente se nel caso in questione siano state violate le norme in vigore".

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