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Il botta e risposta / Garibaldi / Corso Como

Morte Navalny, Piantedosi: "Le identificazioni non ledono la libertà"

Il ministro dell'Interno ha spiegato che quanto successo ieri al giardino intitolato ad Anna Politkovskaja sarebbe prassi

“È capitato pure a me nella vita di essere identificato, non è un dato che comprime una qualche libertà personale”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in relazione a quanto accaduto domenica a Milano. Un gruppo di persone, infatti, si è recata presso il giardino intitolato ad Anna Politkovskaja, in corso Como, per lasciare dei fiori in memoria dell’attivista politico Aleksej Navalny. La Digos ha identificato i partecipanti all’iniziativa. Il senatore del Pd Filippo Sensi ha scritto, in merito, su X: “Con un’interrogazione parlamentare a Piantedosi chiederemo conto di che paese siamo”. 

Il ministro, a Milano per la firma di un accordo sui beni confiscati con la regione Lombardia, ha dato la sua spiegazione dopo l’accaduto: “L’identificazione delle persone è un’operazione che si fa normalmente nei dispositivi di sicurezza per il controllo del territorio, il personale mi è stato riferito che non avesse piena consapevolezza”.

Il botta e risposta non si è placato. Alle dichiarazioni del ministro dell’Interno è seguita la risposta di Sensi, sempre su X: “Se per Piantedosi identificare persone che portano un fiore per Navalny è normale, prendere documenti e generalità non comprime le libertà personali, allora il problema non sono gli agenti e l’abuso di potere in uno stato di diritto. Il problema è Piantedosi”. 

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