rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Sala favorevole all'eutanasia legale. La Consulta ha appena bocciato il referendum

All'indomani della dichiarazione di inammissibilità del referendum sull'eutanasia legale, il sindaco di Milano si schiera a favore della legalizzazione

"Non sta a me contestare la decisione della Consulta. Sta a me dire come la penso: l'eutanasia va legalizzata". Lo scrive su Facebook il sindaco di Milano, Beppe Sala, mercoledì mattina, all'indomani della decisione della Corte costituzionale che ha dichiarato inammissibile il referendum sull'eutanasia legale promosso dall'Associazione Luca Coscioni e sostenuto da numerosi partiti politici e associazioni.

Eutanasia, perché non ci sarà il referendum

La decisione della Consulta è stata resa nota nella serata di martedì con un comunicato che anticipa la sentenza (non ancora depositata). "La Corte - si legge in un comunicato - ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili".

Che cosa sarebbe cambiato con il referendum

Il referendum mirava ad abrogare in parte l'articolo del codice penale che parla di "omicidio del consenziente", una norma che risale al regime fascista. L'articolo in questione (il 579), se il referendum fosse stato ammesso e poi approvato dal voto popolare, sarebbe stato riscritto in questo modo: "Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con le disposizioni relative all’omicidio se il fatto è commesso: 1. Contro una persona minore degli anni diciotto; 2. Contro una persona inferma di mente, o che si trova in condizioni di deficienza psichica, per un’altra infermità o per l’abuso di sostanze alcooliche o stupefacenti; 3. Contro una persona il cui consenso sia stato dal colpevole estorto con violenza, minaccia o suggestione, ovvero carpito con inganno".

In altri termini, al di fuori dei casi in cui si applicano le pene dell'omicidio, la cosiddetta eutanasia attiva sarebbe stata prevista con i limiti della legge sul consenso informato e in presenza dei requisiti della cosiddetta "sentenza Cappato", quella che ha definitivamente assolto il leader dell'Associazione Coscoioni dall'accusa, appunto, di istigazione al suicidio per il caso di Dj Fabo.

Quelle code ai banchetti

Ma, s'intende, tutto questo è 'saltato' con la dichiarazione d'inammissibilità del referendum. L'Associazione Coscioni aveva avviato la raccolta firme davanti all'inerzia del parlamento, che proseguiva a non discutere una legge sull'eutanasia e il suicidio assistito nei termini indicati dalla Corte costituzionale (sempre "sentenza Cappato"). Durante i mesi estivi, sono state raccolte oltre un milione e 200 mila firme, molte di più rispetto alle 500 mila previste dalla legge per i referendum, e molte di queste online per la prima volta in Italia, ma anche affollando i banchetti di raccolta per apporre la propria firma.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sala favorevole all'eutanasia legale. La Consulta ha appena bocciato il referendum

MilanoToday è in caricamento