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Sea, aperta la busta con l'offerta indiana: "Non era valida"

L'offerta del fondo indiano Srei per il 29,75% di Sea, esclusa dalla gara per 10 minuti di ritardo, sarebbe stata scartata lo stesso: "Non rispettava i parametri del bando"

La polemica sull'offerta del fondo indiano Srei per l'acquisto della quota di Sea, scartata dal Comune per un ritardo di 10 minuti sui tempi di consegna, potrebbe essere giunta a una fine. Il plico infatti non sarebbe comunque stato accettato perchè non rispondeva ai criteri dei bando di gara.

Tutto ciò è emerso oggi dall'apertura pubblica della busta, in presenza del rappresentante legale del fondo Srei, da parte del direttore generale di Palazzo Marino Davide Corritore, assistito dalla commisone di gara, che ha letto i tre documenti all'interno del plico del fondo indiano, il quale ha poi dato la propria disponibilità a pubblicarne il contenuto. E così Corritore ha spiegato: "L'offerta sarebbe stata comunque esclusa, perchè è condizionata alla modifica dello Statuto, della governance e dei patti parasociali, oltre a mancare della fidejussione o del deposito cauzionale di 5 milioni di euro richiesto".

Insomma non soltanto il ritardo di 10 minuti ("di cui abbiamo la prova provata", afferma il dg del Comune) che ha suscitato un polverone, ma anche parametri non rispettati. Quella del fondo indiano sarebbe stata quindi "una manifestazione d'interesse che, anche se fosse arrivata nei tempi, sarebbe stata esclusa in quanto non è un'offerta di gara". Le condizioni dell'offerta di Srei - che aveva già annunciato di non voler presentare ricorso per non creare problemi al comune - "differenziano da quelle contenute nel bando che è stato costruito su condizioni precise", ha concluso Corritore.

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