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Tagli a bus, tram e metrò: è scontro tra il Pirellone e Palazzo Marino

L'affondo dell'assessore milanese Granelli: «10 milioni di tagli nel 2020». La replica: «Applichiamo i costi standard, il Comune è milanocentrico»

Ancora scontro tra Regione Lombardia e Comune di Milano sul trasporto pubblico locale. Non è ancora terminata l'eco della polemica sulla riduzione della quota di controllo dell'Agenzia del trasporto pubblico di Milano, Monza-Brianza, Lodi e Pavia da parte del Comune di Milano e della Città Metropolitana, decisa dalla Regione qualche giorno fa, e ora si apre un nuovo capitolo: quello del taglio dei fondi da parte della Regione.

L'accusa viene da Marco Granelli, assessore alla mobilità di Palazzo Marino. «E' come sospendere per un anno la 90 e la 93: a questo corrisponde il taglio di risorse della Regione da 10,2 milioni di euro per far andare bus, tram e metropolitane nel 2020», ha tuonato sui social network promettendo che «non lo permetteremo, a costo di protestare ogni giorno da qui a Capodanno sotto gli uffici di Fontana e della Terzi», riferendosi al presidente della Regione (Attilio Fontana) e all'assessore regionale ai trasporti (Claudia Maria Terzi).

La tabella delle risorse per il triennio 2020-2022 è stata presentata da Terzi alla conferenza del trasporto pubblico di mercoledì 27 novembre. Secondo le cifre snocciolate da Granelli si parla di 3,6 milioni in meno nel 2020, 1,7 milioni in meno nel 2021 e 1,6 milioni in meno nel 2022, a cui "aggiungere" un ulteriore taglio di 6,6 milioni per il 2020 per una modifica del calcolo del contributo straordinario del Pirellone alle aziende di trasporto per il rinnovo dei contratti di lavoro: «Non è più una quota a parte, ma è inserito nel corrispettivo del costo del servizio e quindi assoggettato anch’esso all’Iva del 10%: di fatto meno risorse per 6,6 milioni di euro all’anno alle aziende di trasporto pubblico di Milano, Monza, Pavia e Lodi», ha tuonato Granelli.

Ecco quindi come si raggiunge il taglio di 10,2 milioni di euro per il 2020 che subirà l'agenzia del trasporto pubblico che copre i territori non solo milanesi, ma anche lodigiani, pavesi e brianzoli. «In questo modo - conclude Granelli - o il Comune di Milano e gli altri Comuni, Città metropolitana e Province aggiungono soldi dei propri cittadini per evitare il taglio, oppure si dovrà diminuire metropolitane e bus, con disagio per i cittadini, più traffico nelle strade e più inquinamento dell’aria».

La replica: «Il Comune pensa solo a sé stesso»

Non si è fatta attendere la replica della Terzi, secondo cui i tagli derivano da decisioni prese anni fa e sono una conseguenza diretta dell'applicazione dei costi standard «che - afferma l'assessore regionale - non può essere considerata penalizzante perché risponde a criteri oggettivi: il punto è che i costi di Milano sono i più elevati di tutta la Lombardia». La Terzi aggiunge poi che «l'impegno di Regione Lombardia per il trasporto pubblico non diminuisce in termini di risorse, ma ancora una volta, come per la vicenda dello Stibm (la tariffa integrata che ha sostituito tra l'altro l'urbano da 1,50 euro con il biglietto a 2 euro, n.d.r.), chi governa il capoluogo di provincia dimostra un 'milanocentrismo' dimenticandosi e anzi disinteressandosi di quello che succede in tutto il resto della Lombardia».

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