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Identificato l’ultrà che ha insultato Maignan: scatta il daspo

Il questore di Udine ha emesso un Daspo di 5 anni nei suoi confronti. Nel frattempo lo stadio potrebbe essere chiuso

È stato identificato uno degli ultras che ha insultato il portiere rossonero Mike Maignan durante la partita Udinese-Milan di sabato sera. Le forze dell’ordine sono arrivate a lui grazie ai video messi a disposizione dall'Udinese. Il questore di Udine, Alfredo D'Agostino, ha emesso un Daspo per la durata di cinque anni nei suoi confronti.

L' identificazione è stata effettuata dalla Digos e dalla polizia scientifica della questura di Udine. E c'è attesa ora per le decisioni martedì del giudice sportivo Gerardo Mastrandrea che sarà chiamato a valutare per prima cosa il referto arbitrale e degli ispettori della procura, se dovesse chiedere un supplemento di indagine toccherà poi al procuratore Giuseppe Chinè decidere quali sanzioni comminare all'Udinese: il rischio è la chiusura di uno o più settori dello stadio per una o più partite, ma non si esclude la chiusura per intero dell'impianto, il tutto soggetto a condizionale vista anche la collaborazione del club.

Il club friulano, che nella giornata di ieri si è ufficialmente scusata con il giocatore, intanto attraverso le parole del direttore generale Franco Collavino ha ribadito la sua massima collaborazione e non ha caso ha bandito a vita il soggetto dal suo stadio. "Stiamo lavorando alacremente per individuare i responsabili. Fortunatamente abbiamo uno stadio all'avanguardia e quindi abbiamo gli strumenti per poterlo fare. Si tratta di individuare una, due, tre persone al massimo in una curva di cinquemila persone, è come cercare un ago nel pagliaio ma noi lo faremo", ha dichiarato. "Abbiamo un unico obiettivo, quello di sbattere fuori per sempre dal nostro stadio questi soggetti, che non meritano di stare in un contesto come quello di Udine", ha aggiunto.

E proprio le sanzioni per i club i cui tifosi si macchiano di certi gesti sono ancora al centro del dibattito sportivo e non. "Il Coni condanna senza se e senza ma questa forma di ignoranza sportiva-culturale. Ci auguriamo che chi di competenza, organi di giustizia sportiva e ordinaria, facciano il loro corso in un modo assolutamente autorevole e forte", ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Malagò. "Abbiamo l'obiettivo ambizioso di cancellare il razzismo dagli stadi entro il 2030. Ma non commettiamo l’errore di parlare di questo fenomeno solo ed esclusivamente se riferito al calcio, perchè lo stadio è lo specchio della società", ha chiosato da Riyadh il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini.

"Sanzionare in maniera più forte credo sia una necessità: le norme già prevedono tutto quello di cui abbiamo bisogno. Bisogna anche capire come lavorare insieme, magari con qualche iniziativa in più nei nostri stadi, anche perché questi episodi di intolleranza hanno una risonanza differente quando coinvolgono il mondo del calcio", ha aggiunto il presidente dell'Associazione Italiana Calciatori Umberto Calcagno.

Intanto secondo Claudio Gavillucci ex arbitro che il 13 maggio sospese Sampdoria-Napoli per cori razzisti rivolti nei confronti dell'ex difensore del Napoli, Kalidou Koulibaly, poi sospeso "i calciatori devono dare il primo segnale. Se Maignan non fosse uscito dal campo non staremmo qui a parlare di quello che è successo. In Italia gli stadi sono in mano agli ultras, le società possono fare poco. Bisogna vietare le entrate di queste persone".

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