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Il vaccino alla nonna di Fedez, le difese d'ufficio di Ats (e dei politici). Ma fate presto e siate efficienti

Editoriale - Il caso del vaccino anti Covid alla nonna di Fedez fa riemergere la necessità di quell'efficienza che si richiede (e ci si aspetta, soprattutto in Lombardia) alle istituzioni politiche e sanitarie

Ats Milano ha detto una cosa inesatta ai giornali e - conseguentemente - ai cittadini, affermando che la nonna di Fedez «ha omesso il comune di residenza nella compilazione dell’adesione» al vaccino anti Covid? E gli esponenti della Lega che, dopo la replica di Ats Milano a Chiara Ferragni, hanno dettato i loro comunicati ripetendo pedissequamente l'assunto di Ats, hanno peccato di difesa d'ufficio? O di fede a priori verso l'istituzione sanitaria? O di strumentalizzazione politica di una vicenda che, di politico, non ha nulla, visto che, come spesso ripetono gli stessi vertici regionali e i partiti di maggioranza al Pirellone, in fondo si tratta di una battaglia, quella contro il Covid, da vincere tutti insieme?

Il sistema di Aria è ancora attivo per le prenotazioni del vaccino anti Covid per chi resta tra gli ultra 80enni e il personale scolastico. Come ha fatto Fedez pubblicando lo screenshot in una storia di Instagram, abbiamo verificato anche noi. Il sistema prevede la compilazione automatica dell'indirizzo di residenza, comune compreso. Quando si inizia a scrivere il nome della strada, compaiono le varie possibilità. Letteralmente impossibile non scrivere il comune, perché il campo non si riempie se non si clicca tra le opzioni offerte. Nemmeno nel caso che abbiamo preso apposta ad esempio, ovvero una strada che esiste in un solo comune d'Italia (per i più curiosi, prende il nome da una leggenda locale). 

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Fedez, del resto, è parecchio sicuro di sé nelle storie di Instagram "del giorno dopo". Parla senza mezzi termini di figuraccia, invitando il presidente Attilio Fontana e la vice presidente Letizia Moratti a chiedere scusa. Significa che è certo di quello che dice. E aggiunge un dettaglio significativo: la nonna, in realtà, era già stata contattata per la vaccinazione ma, per problemi a una gamba, quel giorno non si poteva muovere da casa, per cui ha rimandato il vaccino. Dunque non è nemmeno vero che la signora Luciana fosse finita "In fondo alla lista" per eventuali errori di compilazione. Perché allora Ats lo afferma? Impossibile decifrarlo. 

A questo punto sorgono dubbi anche sull'altro dettaglio riportato da Ats, ovvero che «nessuno dei nostri operatori ha chiesto alla signora se fosse "la nonna di Fedez"», come invece aveva asserito Chiara Ferragni e come ribadisce Fedez nelle ultime storie di Instagram. A chi credere? Ai coniugi, assolutamente sicuri di quanto affermano, tanto da ripeterlo il giorno dopo la smentita, oppure all'istituzione sanitaria che, nella sua replica, ha anche affermato una cosa inesatta riguardo alla compilazione dell'indirizzo?

La polemica sul vaccino alla nonna di Fedez è destinata a spegnersi, ma sarebbe un peccato non trarne qualche insegnamento. Ciò che più conta è l'obiettivo principale, che resta quello della vaccinazione contro il Covid per il maggior numero possibile di persone. In quest'ottica ci aspettiamo che le istituzioni politiche (la Regione) e sanitarie (l'Ats) restino concentrate sul punto. Come ha fatto per esempio Letizia Moratti quando, con un tweet ferocissimo, ha "annientato" Aria perché il suo sistema informatico non era stato in grado di riempire i centri vaccinali di Cremona, Como e Monza. Si fa così: non ci si trincera dietro a difese d'ufficio, ma si ammettono gli errori e vi si pone rimedio "prima di subito". E' efficiente un sistema che si comporta in questo modo di fronte agli errori, sempre possibili anche se auspicabilmente prevenibili. E' invece burocratico, pachidermico, lontano dai cittadini (cioè il contrario di come dovrebbe essere) un sistema che trova scuse (vere o presunte che siano). La Lombardia merita gente efficiente, non gente che trova scuse.

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