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Omicidi Stazione Centrale / Via Ponte Seveso

Carlos e Mario, i killer della donna in via Ponte Seveso, non rispondono al gip

Fernanda Cochi è stata trovata senza vita venerdì pomeriggio nella casa dove viveva da sola. Uccisa con un ferro da stiro

Scena muta. Il 22enne Carlos Gabriel Velasco Velasco e il 43enne Mario Abraham Calero Ramirez, assistiti dagli avvocati Emanuele Di Salvo e Giuseppe Frojo, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio di convalida del fermo che si è concluso martedì pomeriggio davanti alla gip Anna Calabi. Non hanno risposto alle domande della giudice, i due sudamericani accusati di essere gli autori dell'omicidio, con un colpo di ferro da stiro in testa, della 90enne Fernanda Cocchi, in via Ponte Seveso a Milano.

Stando all'indagine della pm Rossella Incardona, e condotta dalla Squadra mobile di Milano, il più giovane dei due avrebbe provato anche a vendere dei preziosi rubati all'anziana in un compro oro in zona Stazione Centrale. Nelle prossime ore la gip deciderà sulla convalida del fermo e sulla misura cautelare.

Fernanda Cochi è stata trovata senza vita venerdì pomeriggio nella casa dove viveva da sola. Ad attirare l'attenzione dei vicini è stato un incendio appiccato dai presunti killer nel tentativo di nascondere il delitto. Poi sabato 30 ottobre, gli agenti della squadra mobile della questura meneghina, guidati da Marco Calì, avevano rintracciato e fermato i due uomini considerati responsabili dell'omicidio. Le immagini di sorveglianza della zona hanno ripreso almeno uno dei due rapinatori mentre usciva dal palazzo. Le indagini, coadiuvate anche dalla polizia scientifica, hanno fatto il resto. 

Allarme scattato per il fumo dalla finestra

L'allarme era scattato venerdì verso le 15.15, quando i passanti avevano notato del fumo uscire dalla finestra dell'abitazione della novantenne, al primo piano di un condominio poco distante dalla stazione Centrale. I vigili del fuoco avevano poi visto la vittima nel salone, ormai priva di vita. Il principio d'incendio aveva invece interessato la camera da letto del trilocale, segno evidente che si trattava di un gesto doloso per cercare di cancellare le tracce. 

La casa era apparentemente in ordine ma la 'pista' della rapina era stata immediatamente seguita anche per un particolare: lo spioncino della porta d'ingresso dell'appartamento della donna, così come quello dell'appartamento a fianco, era stato oscurato con un pezzo di carta incollato. La donna aveva sempre vissuto in quel quartiere e, da sei anni, si era trasferita solo di qualche civico nella stessa via.

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