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Il dibattito

Abusi edilizi, le inchieste aumenteranno. E il governo riscriverà le regole

L'impegno del sottosegretario Morelli: un tavolo entro due settimane, ma niente fretta nella riscrittura. L'allarme di De Albertis (Assimpredil): "Il sistema rischia di entrare in crisi". L'assessore milanese Tancredi: "Noi pianifichiamo già molto"

Le inchieste sull'urbanistica? Ora sono cinque, ma l'impressione di Palazzo Marino è che se ne apriranno altre. Lo ha detto l'assessore alla rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi intervenendo, mercoledì mattina, al convegno di Assimpredil-Ance dedicato al futuro di Milano, con un focus proprio sull'urbanistica alla luce, anche, della delibera del Comune di Milano del 23 febbraio che indica agli uffici tecnici di "seguire" i criteri della procura sulla distinzione tra nuove costruzioni (che necessitano di piani attuativi) e demolizioni-ricostruzioni (per le quali è sufficiente una Scia, segnalazione di inizio attività).

Per l'assessore Tancredi, quella delibera non è "la soluzione del problema", ma un atto "di buon senso dell'amministrazione in una situazione in cui abbiamo cinque procedimenti che interessano nostri funzionari e altre figure del settore privato". Ma il problema, secondo l'assessore, potrà essere risolto soltanto con un intervento governativo, "visto che il tema è l'interpretazione di norme". Per questo Tancredi ha auspicato e chiesto un intervento "in tempi rapidi", pur con "l'attenta riflessione" richiesta dalla "gravità e serietà del problema". 

Milano "città che ha pianificato di più"

Non è tutto. L'assessore milanese ha rivendicato il fatto che, negli ultimi anni, Milano è tra le città che hanno pianificato di più negli ultimi 20 anni, mentre altre grandi città italiane sono fermi a piani di governo del territorio di 15 o 20 anni fa. "Noi - ha aggiunto - abbiamo fatto due Pgt negli ultimi 10 anni e ci accingiamo a fare il terzo". Ha poi spiegato che, a Milano, "ci sono circa 60 piani attuativi, che regolano più della metà della rigenerazione urbana di Milano nei prossimi 10 anni".

In altre parole, lo strumento del piano verrebbe abitualmente utilizzato a Milano, contrariamente a quello che si potrebbe pensare guardando alle inchieste della procura, che si focalizzano proprio sull'assenza di piani attuativi per sviluppi immobiliari che, con l'etichetta della demolizione-ricostruzione, in realtà erigerebbero interi palazzi al posto di stabili di uno o due piani, come è avvenuto per Torre Milano alla Maggiolina o le Park Towers a Crescenzago. E dove infatti manca un piano attuativo che preveda nuovi servizi, nuove strade, nuovo verde pubblico e così via, per i nuovi abitanti dei rispettivi quartieri.

Tancredi ha insistito nel dire che "per noi il piano attuativo è lo strumento principale di rigenerazione urbana della città, ma ovviamente entra in gioco quando ci sono condizioni di dimensioni delle aree e di necessità di riassetto di una parte significativa della città", e non dipende dunque "da tipologie, altezze o altro".

Tavolo nazionale

E il governo ha aperto all'intervento a livello nazionale. Ne ha parlato, allo stesso convegno, il sottosegretario alla presidenza del consiglio Alessandro Morelli (tra l'altro ex assessore e consigliere comunale della Lega a Milano), proponendo un tavolo al dipartimento per la programmazione economica attorno cui riunire gli stakeholders, ministeri, Governo, Regione e Comune, al fine di superare "la grande impasse" dell'urbanistica milanese, eventualmente rimettendo mano a norme nazionali. Morelli ha promesso l'istituzione del tavolo entro due settimane, senza però garantire che nuove norme nazionali siano approvate in tempi strettissimi: "Non possiamo fare norme 'di pancia', che cercando di risolvere alcune situazioni creino difficoltà ad altri territori".

In apertura dell'incontro, la presidente di Assimpredil-Ance, Regina De Albertis, aveva ribadito che "quanto sta accadendo negli ultimi mesi compromette l'immagine di una città dinamica e attrattiva a livello globale", spiegando che la delibera del Comune di Milano, a suo avviso, rischia di mettere in crisi l'intero comparto dello sviluppo immobiliare, gettandolo nell'incertezza e nella paralisi: crisi dei costruttori, sospensione degli interventi, blocco dei cantieri e così via. Di qui l'appello di De Albertis, "per il bene di Milano, dei suoi cittadini, dei lavoratori e delle imprese, dei professionisti e degli operatori, del personale comunale" affinché venga superato "l'attuale momento di incertezza" dovuto alla messa in discussione di regole che ormai da anni "presiedono allo svolgimento dell'attività edilizia e immobiliare". L'avvio di un dialogo tra tutti i soggetti interessati (istituzioni, imprenditori e così via) deve quindi portare, per De Albertis, a superare un momento di crisi la cui "onda lunga" potrebbe propagarsi a livello nazionale.

Interventi fuori dal Pgt

Gli effetti del convegno si sono fatti presto 'sentire' nella politica cittadina. Anche perché l'urbanistica (e le inchieste) è un tema caldo di questo periodo. Enrico Fedrighini, consigliere di maggioranza del gruppo misto a Palazzo Marino, ha sottolineato un punto poco toccato durante l'incontro in Assimpredil-Ance. E cioè il fatto che gli interventi urbanistici oggetto delle inchieste e conseguentemente del dibattito sulle norme sono esclusi dalla previsione del Pgt, perché riguardano aree dove, al momento dell'elaborazione del Pgt, non esiste un progetto di trasformazione. "Parliamo - commenta Fedrighini - di una serie di 'trasformazioni molecolari', diffuse nel territorio, situate in comparti residenziali già esistenti, con servizi consolidati, che riguardano situazioni ancora in uso o in fase di dismissione (officine, laboratori e così via)". 

Il risultato? "Una densificazione in queste aree produce un ulteriore carico urbanistico", spiega Fedrighini, "che non può essere sottratto a una preventiva valutazione circa la compatibilità dell'intervento e le compensazioni che lo rendano sostenibile".

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