rotate-mobile
Politica

Sala aderisce ai Verdi Europei: le reazioni a Milano e gli scenari nazionali

Dal benvenuto dei Verdi alle critiche della lista Civica AmbientaLista e del centrodestra: come la politica milanese ha reagito all'annuncio del sindaco

L'adesione del sindaco di Milano Beppe Sala ai Verdi Europei, il partito ambientalista del continente a cui sono federati i vari soggetti ecologisti dei singoli Paesi, ma a cui ci si può tesserare anche direttamente, ha fatto molto rumore nella politica cittadina (e non solo), venerdì 12 marzo. C'erano stati vari segnali di avvicinamento. E' da tempo che Sala propone un programma focalizzato sulla lotta al cambiamento climatico, sull'uso di energie rinnovabili, sulla transizione ecologica dell'economia e del fare impresa, sull'attenzione all'ambiente a livello cittadino. Con C40, il network di città mondiali (quelle italiane sono Milano, Roma e Venezia), si è impegnato in prima persona nell'elaborazione di politiche locali "green". 

Più in concreto, poi, diversi sono stati i contatti tra Sala e i Verdi Europei, anche per riannodare il filo (che pareva spezzato) tra il sindaco di Milano e alcuni Verdi italiani. Contatti che hanno prodotto un risultato significativo: ora i Verdi sono tornati saldamente nella coalizione di Sala e lo sosterranno, alle elezioni comunali di autunno 2021, fin dal primo turno.

«In passato - scrive Sala su Facebook motivando la scelta di firmare la Carta dei valori dei Verdi Europei - molti hanno pensato che la questione ambientale fosse un capriccio, un tema di nicchia di quattro esaltati. Questa sottovalutazione ha creato i danni, devastanti, che sono sotto gli occhi di tutti». Il sindaco aggiunge di avere «sempre condiviso il campo di valori che i verdi rappresentano» e di essersi reso conto che «quegli stessi valori sono indispensabili alle città», rivendicando la creazione dell'assessorato alla transizione ecologica, una delega che ha tenuto per sé.

Il sindaco scrive poi di avere aderito ai Verdi Europei «perché Milano sia sempre più centrale nello scenario internazionale. In Germania, in Francia e in tante grandi città europee, i verdi sono protagonisti. E' tempo che quest'onda verde, che impatta positivamente sulla salute, sul lavoro, sull’economia, sulla qualità della vita di tutti, arrivi finalmente anche qui da noi. E se parte da Milano, si diffonderà in tutta Italia». E conclude prendendo in prestito lo slogan di Fridays For Future, «non c'è un pianeta B».

Verdi italiani: «Benvenuto a Sala»

I Verdi italiani, con il coordinatore Angelo Bonelli e la co-portavoce Elena Grandi, sono ovviamente soddisfatti: «Diamo il nostro benvenuto al sindaco di Milano Beppe Sala nella famiglia dei Verdi Europei di cui i Verdi italiani sono fondatori e rappresentanti nel nostro Paese, oltre a fare parte del board», si esprimono in una nota: «Il dialogo tra noi e il sindaco di Milano è in corso da tempo e fa parte della nuova strategia che, come Verdi, abbiamo avviato da tempo in un processo di cambiamento, apertura e modernizzazione del partito. Siamo convinti che Milano avrà il suo primo sindaco verde e insieme lavoreremo per costruire quell'urgente e necessario cambiamento in grado di avviare, in Italia, la transizione ecologica che affianchi la giustizia ambientale alla giustizia sociale, venendo incontro anche alle richieste delle giovani e dei giovani che hanno riempito le piazze in questi anni. Al contempo è necessario contrastare il greenwashing di chi, in questi anni, ha utilizzato le tematiche legate all'ambiente come strumento di propaganda e non per costruire la conversione ecologica nel Paese».

Pd: «Continuerà ad essere una risorsa»

«Sala è una risorsa e continuerà ad esserlo, ma il protagonismo del Pd non dipende dai sindaci», si schernisce invece Sara Roggiani, segretaria metropolitana del Pd, sentita dall'Agenzia Dire: «Sala non ha abbandonato niente, perché di solito si abbandona un posto di cui si è fatto parte», e il sindaco meneghino non ha mai preso la tessera "dem". E la scelta dei Verdi Europei, per la Roggiani, «non è inaspettata: Sala ha avviato un lavoro con loro da circa un anno». Il Pd fa buon viso a (non tanto) cattivo gioco, ma c'è chi giura che vi sia stata sorpresa in molti esponenti del partito a Milano. «Credo possa essere uno stimolo per il Pd a darci una mossa su quello che abbiamo da fare, ossia una profonda rigenerazione. Su Milano non cambia nulla», commenta Pierfrancesco Majorino, eurodeputato del Pd, sentito dall'Agenzia Dire.

Centrodestra: da "Sala Thunberg" all'affondo sullo stadio

Dal centrodestra partono invece vari attacchi. «Dopo le piste ciclabili inutili, i parcheggi sottratti ai residenti, le sigarette vietate anche nei parchi e l'assurda Area B, ecco il nuovo "Sala Thunberg"», ironizza l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Carlo Fidanza: «Dopo aver distrutto la mobilità di Milano, aver creato il traffico dove non c'era e aver scatenato l'ira di automobilisti, pedoni e ciclisti con le sue politiche green ideologiche e scellerate, il sindaco è anche passato ai Verdi europei». E per l'ex vice sindaco Riccardo De Corato, anche lui di Fdi, «E' l'epilogo che ci saremmo aspettati dopo l'ultimo anno di stravolgimenti alla viabilità e alla mobilità, realizzati anche con una certa foga». De Corato parla di «Sala camaleonte» ricordando che era stato direttore generale di Palazzo Marino con il sindaco Letizia Moratti, di centrodestra. «I milanesi, più che alleanze fra partiti, vogliono proposte e risposte sugli asili, sulla salute delle loro imprese, sulla qualità della loro vita», conclude.

Il presidente del Municipio 7 Marco Bestetti, di Forza Italia, tocca un nervo "scoperto", la vicenda dello stadio di San Siro, nel territorio del Municipio tra l'altro più "verde" (nel senso di parchi) della città. «Sala aderisce all'ambientalismo dei Verdi dopo aver fatto carriera per anni in una multinazionale di pneumatici per auto e camion (Pirelli, n.d.r.). Se non fosse vero, potrebbe essere una barzelletta. Stando alle cose concrete, dopo queste capriole vorrei sapere se il sindaco green ha cambiato idea anche sul progetto di Milan e Inter per il nuovo stadio San Siro, che prevede l'aumento dei volumi costruibili con l'arrivo di 140 mila mq di cemento e il dimezzamento delle superfici filtranti a verde, dagli attuali 52 mila mq a soli 26 mila mq, peraltro cancellando il grande parco pubblico "Facchetti-Maldini" realizzato solo quattro anni fa».

Civica AmbientaLista: «Sala "verde"? Vernice opaca»

«In questi cinque anni la sua amministrazione ha promosso investimenti immobiliari per i ricchi, non ha fatto nulla per il miglioramento dell'inquinamento e del traffico e ha trasformato la partecipazione in propaganda. Le persone che vivono nelle periferie hanno visto aumentare il biglietto Atm a due euro e proprio in questi giorni nella zona Bovisa è iniziato il taglio degli alberi al parco La Goccia. Vogliamo una città veramente ambientalista che possa garantire a tutte e tutti parchi e spazi verdi vivibili, e non solo a Citylife. La Milano bella per pochi a spese di molti non pare un modello ecosostenibile», il commento di Gabriele Mariani, candidato sindaco di Milano in Comune e, notizia proprio dell'11 marzo, della Civica AmbientaLista, una compagine sorta dai comitati di quartiere come Salviamo Città Studi, Baiamonti e altri.

E i due portavoce della lista (Irene Pizzocchero e Sergio Violante) non sono affatto teneri con Sala: «Ci fa arrabbiare che l’attuale sindaco, dopo che ha permesso al Politecnico di distruggere il parco Bassini facendo blindare dalla polizia le strade di Città Studi contro le proteste dei cittadini e in particolare di tanti giovani studenti, ci dica adesso che si sta rivolgendo proprio a quei giovani che sono scesi in piazza chiedendo un cambiamento. Noi ci ricordiamo chi è l’attuale sindaco di Milano e ci candidiamo proprio per denunciare la gravissima situazione ambientale che questa amministrazione ha creato in città e cambiarne la direzione. Milano è molto distante dagli standard europei di vivibilità. Sappiamo che per Sala l’importante è fare, continuare a lavorare sodo. Traduciamo così le sue parole: l’importante è costruire. Noi non ci dimentichiamo che Sala è stato per Milano prima il direttore generale del comune guidato da Letizia Moratti, poi il responsabile di quell’Expo che invece del parco voluto dai milanesi è oggi un quartiere in costruzione su cui pende un ricorso perché non rispetta le percentuali di suolo a verde e l’invarianza idraulica. L’aggettivo verde accostato al nome di Beppe Sala lo consideriamo come una vernice opaca».

Socialisti: «Identità finalmente chiara, noi diversi»

Critiche al sindaco anche da un'altra compagine che si presenterà alle elezioni con un proprio candidato, i Socialisti di Milano: «Le dichiarazioni sui valori e sull'identità del socialismo democratico a cui far riferimento, fatte dal sindaco Sala all'indomani del saluto a Carlo Tognoli, erano frutto di cortesia e di un po’ di tattica elettorale e non una scelta genuina. Oggi apprendiamo che Sala diventa uomo di partito, attraverso la sua adesione ai Verdi Europei di Bruxelles, forza che in più Paesi dell'Unione governa anche con il centrodestra, come in Austria e in più Land della Germania, e che quindi non è annoverata direttamente nel centrosinistra continentale. Scelta più che legittima. Nell'agire politico di Sala, gli elementi socialisti sono stati difficili da rilevare, l’assistenza pubblica è stata demandata ai privati, così come le politiche dell'abitare, non c'è traccia di attuazione della "nostra" legge 167 per dare case popolari a chi non le ha, invece di moltiplicare grattacieli nel centro, pompando lo sviluppo immobiliare di alto bordo. Non si trova la strategia di uso delle aree pubbliche per dare servizi accessibili ai cittadini, invece di lasciare alla gestione privata tutte le aree, come nel caso degli ex scali ferroviari».

5 Stelle: «In cv di Sala nulla di verde finora»

«Siamo lieti che anche Beppe Sala segua la strada tracciata dal Movimento 5 Stelle e Beppe Grillo sullo sviluppo sostenibile», il commento di Stefano Buffagni, ex vice ministro 5 Stelle allo Sviluppo economico, sentito dall'Agenzia Dire: «La speranza ora è che non sia la solita adesione a un manifesto verde di facciata, ma un vero e proprio cambio di paradigma rispetto alle politiche intraprese dal sindaco di Milano fino a oggi. Nel curriculum di Sala non troviamo nulla di verde, ma solo linee preferenziali agli "amici del cemento" come sul Parco di Piazza d'Armi (dove, alla fine, sorgerà comunque un grande parco, n.d.r.). Il verde sostituto dal cemento nell'area Mind è l'esempio lampante di un modello di sviluppo da cambiare. Noi crediamo fortemente alla transizione ecologica, che è un fatto epocale che porta investimenti, benessere, salute e innovazione. Staremo a vedere se quella di Sala sarà una conversione reale o di facciata».

Gli scenari: una "rifondazione" per i Verdi italiani?

Come abbiamo visto, annunciando l'adesione ai Verdi Europei Sala cita Milano ma guarda a tutto il Paese, dove i Verdi sono da tempo marginali. Alle ultime elezioni politiche, nel 2018, si sono presentati col centrosinistra nella lista "Insieme", senza eleggere parlamentari, ma proprio nel mese di marzo del 2021 è sorta alla Camera la componente "Facciamo Eco-Federazione dei Verdi" nel gruppo misto, con Rossella Muroni (ex LeU), Alessandro Fusacchia (ex +Europa) e gli ex 5 Stelle Lorenzo Fioramonti (già ministro dell'Istruzione), Andrea Cecconi e Antonio Lombardo. Alle elezioni europee del 2019 la lista Europa Verde non è riuscita a superare lo sbarramento del 3% e dunque non ha eletto europarlamentari, ma quattro eletti del Movimento 5 Stelle, a dicembre 2020, sono entrati nel gruppo dei Verdi Europei: Eleonora Evi, Rosa D'Amato, Ignazio Corrao e Piernicola Pedicini.

La "galassia verde" italiana è quindi in movimento: da un lato i Verdi "tradizionali", dall'altro nuovi innesti e perfino siglie appena introdotte ("Facciamo Eco") che potrebbero anche portare a una "rifondazione" dei Verdi italiani. In questo caso, Sala potrebbe porsi come leader naturale di una rinascita (elettorale, organizzativa, magari anche nel nome e nel simbolo) avvicinando l'ambientalismo italiano a quello europeo. Non è un mistero che, in Italia, i Verdi siano sempre stati in difficoltà a "decollare" mentre, anche molto vicino (Svizzera, Francia), abbiano raccolto importanti risultati di recente. Sono ecologisti, ad esempio, i sindaci di Lione e Marsiglia, seconda e terza città francesi, eletti nel 2020. Philippe Lamberts, co-presidente del gruppo verde al Parlamento europeo, in una intervista a MilanoToday ha affermato che i nuovi ingressi (nel Pe e alla Camera, per ora, e adesso anche con Sala) serviranno a gettare le basi per avere «una forte rappresentanza verde a livello nazionale».

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sala aderisce ai Verdi Europei: le reazioni a Milano e gli scenari nazionali

MilanoToday è in caricamento