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Cori razzisti durante Cagliari-Milan: "Basta intolleranza"

L'appello dell'Associazione Italiana Calciatori

Solidarietà ai calciatori e un appello per mettere fine a "intolleranza e razzismo". È quanto ha espresso l'Associazione Italiana Calciatori dopo gli episodi avvenuti al termine della partita di sabato 19 marzo Cagliari-Milan, quando i giocatori Maignan e Tomori sarebbero stati oggetto di insulti razzisti.

"Per quanto avvenuto in questa incresciosa circostanza - scrive l'associazione - a Mike e Fikayo l'Aic esprime la più incondizionata solidarietà a nome di tutti i loro colleghi iscritti, unitamente all'augurio che l'inchiesta aperta su questi fatti dalla Procura federale accerti responsabilità e applichi eventuali sanzioni". L'auspicio è che gli autori di analoghe manifestazioni di razzismo e odio vengano individuati ed espulsi dagli stadi.

"Questi comportamenti - continua Aic - sono gravi e inaccettabili, resi se possibile ancora più riprovevoli dall'attuale contesto storico, dominato nell'est europeo da una guerra di invasione dalle tragiche conseguenze generate da odio e intolleranza. Mentre muoiono migliaia di innocenti e milioni di profughi sono costretti ad abbandonare la propria terra, gli stadi devono essere tutelati come luoghi di pace e di dialogo, necessari alla tenuta sociale e culturale della comunità civile".

"A qualsiasi livello venga giocato - prosegue l'associazione - il calcio si attiene ai più rigorosi valori di uguaglianza e rispetto reciproco, con conseguente condanna di ogni forma di discriminazione razziale espressa da sedicenti 'tifosi' che nulla devono avere a che spartire con milioni di appassionati di ogni età".

"Purtroppo, quanto accaduto a Cagliari - continua la nota di Aic - non è il primo caso di razzismo, ma si può stare certi che l'Aic si adopererà affinché non abbia seguiti. Questo episodio spinge piuttosto l'Aic a rimarcare la necessità di un comune impegno espresso dalle istituzioni politiche e sportive del Paese affinché il razzismo venga estirpata definitivamente dai nostri stadi. Siamo convinti si debba farlo promuovendo specifici progetti educativi diffusi in scuole e società sportive di ogni livello".

Dopo il fischio finale del match Cagliari-Milan alla Sardegna Arena, il portiere rossonero Mike Maignan si era girato verso gli spettatori alle spalle della sua porta e aveva portato le mani alle orecchie, come a dire "non vi sento abbastanza". L'estremo difensore francese era arrabbiatissimo ed è arrivato il compagno di squadra Tomori a calmarlo. Il gesto ha ulteriormente scatenato la rabbia dei tifosi isolani, ma anche dei calciatori avversari di Maignan. Ne è nato un parapiglia che ha coinvolto giocatori e dirigenti di entrambe le squadre.

Successivamente Maignan ha postato su Twitter due fotografie: la prima con il suo gesto con la mano all'orecchio, l'altra con una scimmia che alza il dito medio e la sigla N.W.A. (Niggaz Wit Attitudes), gruppo hip hop statunitense. Inequivocabile l'interpretazione: Maignan ha ricevuto, durante la partita, insulti di stampo razzista da parte della tifoseria casalinga (avversaria). Di lì la sua reazione. I giocatore già in altre occasioni era stato bersaglio di insulti di stampo razzista da parte dei tifosi avversari.

Nella conferenza stampa post-partita, il tecnico rossonero Stefano Pioli aveva riferito la ricostruzione di Maignan: "Lui e Tomori mi hanno rivelato di avere ricevuto insulti razzisti dalla curva del Cagliari. A Mike era già successo, ma non aveva mai risposto. È triste che accadano ancora cose del genere". Successivamente il Milan ha pubblicato su Twitter un comunicato ufficiale: "Oggi era la giornata contro il razzismo, ma abbiamo ancora molta strada da fare e dobbiamo farlo tutti insieme: #WeRespAct".

   

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