rotate-mobile
Attualità

Si fa presto a dire Dad

La tentazione di tornare a distanza è direttamente proporzionale all'aumento dei contagi. Ma la posta in gioco è molto alta

L'esplosione di contagi causati dalla variante omicron (il 6 gennaio se ne contavano altri 52.693 nella sola Lombardia) sta causando non pochi disagi, tra cittadini costretti a trascorrere parte delle festività in quarantena e lunghissime code per i tamponi davanti alle farmacie. Le risposte degli amministratori locali e del governo sono state diverse, più o meno politiche, più o meno fondate scientificamente, dall'imposizione delle mascherine all'aperto all'obbligo vaccinale per gli over 50. Intanto nessuno, giustamente, parla più di chiudere ristoranti, locali, teatri o cinema (rispetto a un anno fa, grazie ai vaccini, sono calati tasso di positività e ricoveri, anche gravi). Pochi, soprattutto tra le piccole e medie imprese, parlano di nuovo di smart working, forse non tanto giustamente visti gli enormi benefici che ha dimostrato avere nei più svariati campi (dal traffico alla produttività, passando per l'inquinamento). Ma a rispuntare, invece, puntuale come a ogni impennata di casi covid, è la didattica a distanza.

Sarà che è stata 'tradotta' in un acronimo velocissimo da pronunciare, ma sembra che si faccia veramente troppo presto a dire Dad. Ci si chiede come mai? La risposta è molto intuitiva: chiudere le scuole è la cosa più facile da fare. Chi opta per la Dad incorrerà al massimo nelle proteste di qualche sparuto gruppo di studenti e insegnanti, alla peggio in qualche agguerrito comitato di genitori. Niente associazioni di categoria da rabbonire, nessun sussidio da erogare per chi si trova nell'impossibilità di lavorare. Nulla di nulla. Ecco perché si fa tanto presto a dire Dad. Eppure, c'è un mastondontico 'eppure'. Perché solo chi ha vissuto questi due anni di pandemia da alunno, studente o, al di qua della cattedra, da insegnante, sa quanto queste tre lettere piombate nelle vite di tutti noi (apparentemente per rimanervi più di quanto avessimo preventivato) possano mutare i destini di chi vi si trova invischiato. Nessuno mette in dubbio quanto possa essere complesso trovare la quadra tra le quarantene dei ragazzi e quelle dei docenti, anche e soprattutto al rientro dopo le feste. Ma, intanto, quando davanti a queste difficoltà si corre ai ripari con la Dad, confinati tra le quattro mura delle proprie camerette, bambini e ragazzi rischiano di sprofondare in uno stato di profondo malessere psicologico che nei casi più gravi li spinge a farsi del male, ad esempio tagliandosi o, addirittura, tentando il suicidio.

Esattamente un anno fa il garante regionale lombardo per l'infanzia, Riccardo Bettiga, aveva denunciato come nell'arco di 12 mesi si contassero 96 comportamenti autolesivi tra i più giovani, ovvero più del doppio dei 40 registrati a gennaio 2020. A dicembre 2021, poi, proprio per far fronte alle conseguenze psicologiche dell'emergenza sanitaria sui più piccoli, il Fatebenefratelli aveva annunciato il lancio di un nuovo servizio ad hoc, attivato sia nel Milanese sia nel Comasco. Anche nelle situazioni meno estreme, gli studenti in esilio dalle proprie aule si trovano a dover affrontare le complicazioni di una didattica mediata, che, per forza di cose e a dispetto del lodevole impegno di moltissimi insegnanti, non può garantire lo stesso livello di quella in presenza. Non solo, oltre ad avere una preparazione compromessa dalla discontinuità imposta dall'emergenza sanitaria, bambini e ragazzi vengono privati del solo contesto in cui può avvenire quel confronto con i coetanei che è momento imprescindibile del processo di apprendimento. Nessuno potrà mai restituirgli questi anni tra i banchi che la pandemia gli ha sottratto una volta per tutte. Per questo, sì, si fa presto a dire Dad, ma proprio non si dovrebbe. Un'altra via non c'è: se non vogliamo un dopo covid oscurato da sofferenza psichica, ignoranza e paura, le scuole devono restare aperte.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Si fa presto a dire Dad

MilanoToday è in caricamento