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L'illuminazione per il Pride

La Lega fa le barricate contro l'illuminazione arcobaleno del Pirellone per il Pride

Per Bastoni una delibera di giunta sull'illuminazione renderebbe inapplicabile la mozione approvata con voto segreto (e anche coi voti della maggioranza)

Continua a tenere banco, alla vigilia della parata del Pride milanese (che si terrà sabato 2 luglio), la 'querelle' in regione Lombardia, tra patrocinio, presenza istituzionale e illuminazione del Pirellone. Il patrocinio in particolare è stato, come si sa, negato dalla giunta con la motivazione di "episodi che hanno provocato critiche istituzionali e dell’opinione pubblica", in riferimento soprattutto a Cremona, dove (l'accusa) una statua della Madonna è stata villipesa. 

Nessuno in realtà pensava che il patrocinio potesse essere concesso, ma l'Arcigay milanese aveva comunque provato a chiederlo. In precedenza, invece, con voto segreto l'aula del Pirellone aveva approvato una mozione con cui si prevedeva di illuminare il Pirellone con i colori dell'arcobaleno e di inviare un rappresentante istituzionale alla parata. Sarà Dario Violi, consigliere del Movimento 5 Stelle (dunque un membro dell'opposizone) a rappresentare regione Lombardia.

Ma la Lega dà battaglia sull'illuminazione. Che, secondo la mozione, dovrebbe vedersi per due notti di fila, l'1 e il 2 luglio. Massimiliano Bastoni, consigliere regionale del Carroccio, sostiene che non sia così semplice. E tira fuori una delibera di giunta dell'11 aprile che esclude l'illuminazione dei palazzi regionali se "il fatto o l'avvenimento" è "divisivo dal punto di vista culturale, sociale, politico o religioso". Ed è fin troppo facile per Bastoni affermare che il Pride sia divisivo.

Ma non è tutto. Nella delibera di giunta si legge che la richiesta d'illuminazione dovrebbe essere "formalizzata dal legale rappresentante dell'ente richiedente", tramite Pec, almeno 30 giorni pima della data prevista. Per Bastoni questo basta: "La mozione approvata il 14 giugno è inattuabile. Ora basta c...te e si torni in consiglio regionale ad affrontare i temi fondamentali per i lombardi come le nuove povertà, il caro bollette, il lavoro e la sicurezza". Resta da vedere se una mozione approvata dai consiglieri può 'sostituire' la richiesta di un legale rappresentante di un'associazione o un ente.

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