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Cronaca

Armi, mezzi blindati e scudi anti kalashnikov: ecco la Sos, carabinieri contro il terrorismo

Il nuovo corpo dei carabinieri, squadra operativa di supporto, è entrato in azione in Lombardia, a Bergamo. E sotto la Madonnina ci sono gli uomini delle teste di cuoio

L’addestramento è stato di quelli “speciali”: “Ho perso sette chili”, racconta uno di loro ricordando le fatiche. I curricula sono di tutto rispetto, da encomio. La preparazione e il coraggio non mancano di certo. La Lombardia ha i suoi nuovi angeli custodi: i carabinieri della Sos, la squadra operativa di supporto nata e addestrata dopo gli attentati di Parigi e entrata in azione in questi giorni a Bergamo - e naturalmente sarebbe pronta a "virare" su Milano in caso di necessità -, due città obiettivi potenziali dei terroristi, ancora di più dopo la scia di sangue e terrore di Bruxelles.  

Lo scopo di chi ha ideato e preparato quelle che sono a tutti gli effetti delle “mini Swat” - come si definiscono gli stessi carabinieri - è farsi trovare pronti in caso di emergenza, in caso di attacco terroristico. 

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Le unità della Sos sono ben armate - i militari hanno in dotazione uno scudo in grado di resistere ai colpi di kalashnikov - e addestrate e pronte a tutto. Nelle Sos sono entrati soltanto gli uomini migliori: coloro che hanno avuto già esperienze di antisommossa, di conflitti a fuoco e di negoziazione. Il resto l’ha fatto la dura scuola dei carabinieri del Gruppo di intervento speciale - le teste di cuoio italiane - che per mesi hanno messo sotto torchio e forgiato i colleghi. 

Tanti di quelli che hanno superato l’esame a pieni voti fanno parte del 3° Reggimento Lombardia del colonnello Andrea Torzani, i carabinieri che spesso - praticamente sempre - stazionano in piazza Duomo a controllare che tutto vada per il meglio. I ragazzi - racconta "L'Eco di Bergamo" - ora si sono trasferiti a Bergamo, all’aeroporto di Orio al Serio e al grande centro commerciale che sorge difronte al terzo scalo italiano, e a Firenze. 

La Madonnina, però, non è sola. Già subito dopo gli attacchi di Parigi, infatti, in città erano arrivati una ventina di uomini del Gis, approdati a Milano dopo l’innalzamento del livello di allerta da 1 a 2, quello immediatamente precedente all’attacco in corso. Quegli uomini oggi sono ancora tra le strade di Milano: poco visibili, ma presenti. 

E quando la loro opera sarà finita - si spera senza bisogno di intervenire - in città torneranno gli uomini della Sos, i carabinieri antiterrorismo che con le loro armi e i loro attrezzi fanno paura. “Ma solo a chi ha qualcosa da nascondere”. E il senso è proprio quello. 

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