Spezzata la lapide per Pinelli: Calabresi porta un fiore in piazzale Segesta
Il gesto del figlio del commissario
Mario Calabresi, figlio del commissario Luigi, ha portato un fiore alla lapide dedicata al ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli in piazza Segesta, recentemente danneggiata da un atto vandalico. L'ex direttore di "Stampa" e "Repubblica" ha scritto su Twitter che «Danneggiare la lapide di Pino Pinelli è un gesto vile e infame. Noi ci abbiamo messo un fiore, perché è quello che merita».
Danneggiare la lapide di Pino #Pinelli è un gesto vile e infame. Noi ci abbiamo messo un fiore, perché è quello che merita pic.twitter.com/5OxNyQ7FUr
— Mario Calabresi (@mariocalabresi) February 4, 2020
La lapide, nella notte tra domenica e lunedì, era stata spezzata letteralmente in due da ignoti. Il sindaco di Milano Beppe Sala aveva promesso che, al più presto, sarebbe stata sostituita con una nuova: «Nessuno - aveva aggiunto - potrà fermare la nostra volontà di restituire a Pinelli giustizia e rispetto».
La posa della lapide era avvenuta l'11 dicembre 2019, il giorno precedente il 50esimo anniversario della strage di piazza Fontana, insieme a una quercia rossa, in una cerimonia durante la quale il sindaco aveva chiesto pubblicamente scusa alla famiglia. Non casuale la scelta di piazzale Segesta: Pinelli viveva a poche decine di metri, in via Preneste.
Pinelli e Calabresi
Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969, pochi giorni dopo la strage, mentre veniva in questura dagli agenti dell'ufficio politico (compreso il commissario Luigi Calabresi), Pinelli precipitò da una finestra del quarto piano e morì. La sua morte accese uno scontro ferocissimo: in primo luogo, il fermo stava durando più di 48 ore e dunque, senza convalida di un magistrato, era diventato illegale. Inoltre Ci si divise, ben presto, tra chi credeva alla versione del suicidio, propugnata fin da subito dalla polizia, e chi a quella dell'omicidio, indicando in Calabresi il principale responsabile. La sentenza del Tribunale di Milano sulla morte di Pinelli parla di malore mentre l'anarchico si stava appoggiando alla finestra, dopo averla aperta per respirare aria pulita. Nel 1972, un commmando uccise il commissario Calabresi sotto casa.