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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Letizia Moratti, esordio in regione Lombardia con una protesta: "No alla sanità del mojito"

Flash mob del movimento 5 stelle contro il neo assessore alla sanità in regione Lombardia

Non il migliore dei benvenuto. Letizia Moratti, nuovo assessore alla sanità lombarda dopo l'avvicendamento con Giulio Gallera, è stata accolta al suo primo giorno di lavoro in regione da un flash mob di protesta firmato dal Movimento cinque stelle lombardo. 

Sabato mattina, verso le 10.30, i consiglieri grillini si sono ritrovati sotto il palazzo della regione per protestare - hanno spiegato - contro "l’affossamento della sanità lombarda". I manifestanti hanno esposto una serie di cartelli per rendere chiari i loro pensieri: “Sanità non fa rima con Moratti”, “Da Gallera alle consulenze d’oro”, “No alla sanità del mojito”, riferito evidentemente al numero uno della Lega, Matteo Salvini, uno dei dominus del rimpasto in giunta insieme al leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. E ancora: “La Lega ci frega (ancora)”, “Sanità is the new petrolio”, “Fontana commissariato da Salvini”. 

“I nuovi nomi della giunta Fontana non danno nessuna garanzia di un cambio sostanziale nelle politiche sanitarie della Lombardia. Salvini non ne azzecca mai una e con Moratti il quadro non può che peggiorare. Ricordiamo tutti i guai giudiziari legati alle consulenze d’oro dell’ex sindaco di Milano e il buco che ha lasciato nel bilancio del comune. Fontana poi, è ormai un presidente fantoccio, un burattino nelle mani di un partito incapace di governare”, l'attacco di Massimo De Rosa, capogruppo pentastellato al Pirellone. 

“Alla sanità lombarda non servono manager con nomi noti ma di scarsi risultati, ma tecnici capaci e un’amministrazione in grado di rivoluzionare un’offerta sanitaria che ha mostrato tutta la sua debolezza con l’emergenza Covid. Sulla nuova sanità lombarda il M5s ha una solida proposta di riforma che attende da mesi di essere discussa. Questa politica da basso servilismo di Prima Repubblica - ha concluso - ha stancato”.

Il caso consulenze d'oro 

I grillini hanno anche distribuito ai passanti la sentenza della Corte dei Conti che ha condannato Moratti a rimborsare l’erario con oltre 591mila euro per le consulenze d'oro ai tempi in cui era sindaco di Milano. 

In un controverso giro di nomine a persone fidate, pur non commettendo illeciti penali, nel 2017 l'ex ministro dell'istruzione è infatti stata condannata a risarcire al comune di Milano quasi 600mila euro. Secondo i giudici della Corte dei Conti, è colpevole di aver assegnato undici incarichi dirigenziali a soggetti esterni all'amministrazione milanese, provocando così un danno per le casse di Palazzo Marino pari a 1 milione e 889mila euro. Ma anche di aver istituto un ufficio stampa alle sue dirette dipendenze per un danno erariale complessivo di 887mila euro. 

Per i giudici contabili, si legge nella sentenza, l'operato di Letizia Moratti avrebbe avuto "il connotato della grave colpevolezza, ravvisabile in uno scriteriato agire, improntato ad assoluto disinteresse dell'interesse pubblico alla legalità e alla economicità dell'espletamento della funzione di indirizzo politico-amministrativo spettante all'organo di vertice comunale". I magistrati hanno confermato anche la "grave colpevolezza della condotta" per tutti gli assessori che allora votarono le delibere con cui sono state conferite le consulenze d'oro.“
 

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